Alimentazione
L’esercito israeliano a Gaza compromette ulteriormente la fornitura di cibo ed acqua
A Gaza, agosto è stato pieno di ordini di evacuazione dell’IDF, che hanno ulteriormente sfollato alcuni degli 1,9 milioni di palestinesi già sfollati.
L’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) ha avvertito che le ostilità implacabili e i ripetuti ordini di evacuazione a Gaza continuano a limitare le operazioni di aiuto che sono già ostacolate da vincoli di accesso, carenza di carburante e altre sfide.
I funzionari onusiani hanno preso atto che l’ultimo ordine di evacuazione delle autorità israeliane per parti della strada Salah ad Din – un passaggio cruciale per le missioni umanitarie – ha reso quasi impossibile per gli operatori umanitari spostarsi lungo questo percorso. Ha aggiunto che la strada costiera non è un’alternativa praticabile, poiché questo percorso è ora affollato di rifugi di fortuna per i palestinesi sfollati.
Di conseguenza, i movimenti dei convogli sono estremamente lenti e le forniture e i servizi critici, come il trasporto di acqua, non raggiungono le persone bisognose.
Come riportato da Renovatio 21, ad inizio agosto il ministro israeliano Smotrich: permettere a due milioni di abitanti di Gaza di morire di fame «potrebbe essere morale».
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A inizio settimana l’ONU ha riferito che il 90% della popolazione di Gaza è sfollata.
Come riportato da Renovatio 21, a fine marzo un rapporto ONU riferiva quella di Gaza come una «fame catastrofica», portando alla luce il tema dei bambini che stanno letteralmente morendo di fame a Gaza.
Alti funzionari delle Nazioni Unite hanno lanciato molteplici allarmi sulla situazione della fame nella Striscia di Gaza, specie per i più piccoli. A inizio marzo il ministero della Sanità palestinese a Gaza ha riferito che 15 bambini sono morti di fame in un unico ospedale, e le Nazioni Unite hanno affermato che la carestia è «quasi inevitabile» nel territorio.
A maggio la direttrice esecutiva del Programma Alimentare Mondiale (WFP), Cindy McCain, ha dichiarato in un’intervista a «Meet the Press» che «c’è una carestia, una carestia in piena regola nel Nord, e si sta spostando verso sud».
Come noto, il 29 febbraio, le forze israeliane hanno aperto il fuoco sulla folla di palestinesi in attesa degli aiuti alimentari, causando un centinaio di morti.
Come riportato da Renovatio 21, un articolo dell’Associated Press di settimane fa indicava che quella di Gaza è una «fame artificiale».
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Immagine dell’ottobre 2023 di Palestinian News & Information Agency (Wafa) in contract with APAimages via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported; immagine modificata