Economia

L’economia in Russia continua a crescere

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L’economia russa non arresta la sua espansione.

 

L’agenzia Reuters riferisce che la domanda interna ha più che compensato il calo delle vendite all’esportazione per guidare la crescita della produzione russa a dicembre, portando al più rapido aumento mensile della creazione di posti di lavoro nel settore in oltre 21 anni.

 

Nei primi mesi del 2022, le esportazioni russe sono cresciute del 32%, a 443 miliardi di dollari. Si tratta di una cifra superiore a quella prevista dall’UE per l’intero 2022 (380 miliardi di dollari, corrispondente a un calo del 31%).

 

L’indice S&P Global Purchasing Managers’ Index (PMI) è sceso a dicembre a 53,0 da 53,2 di novembre, ma era ancora al di sopra della soglia di 50 che separa l’espansione dalla contrazione.

 

La cifra di novembre è stata la più alta da gennaio 2017. L’indice PMI della Russia è ora il più alto del mondo.

 

«Livelli di produzione più elevati sono stati collegati a un’altra ripresa mensile dei nuovi ordini e all’acquisizione di nuovi clienti», ha affermato S&P Global. «Il tasso di crescita della produzione si è attenuato rispetto al recente massimo di novembre, ma è stato il secondo più veloce dall’agosto 2020».

 

Come riportato da Renovatio 21, era chiaro già la scorsa primavera che le sanzioni non stavano in alcun modo ferendo l’economia russa, fallendo, come ha dichiarato Putin, nel loro tentativo di dividere la Russia dal resto del mondo. Sempre Putin a inizio conflitto aveva ricordato che la causa della crisi economica globale era da rintracciarsi nella «frenesia delle sanzioni».

 

Di fatto, le sanzioni indette dalla UE della Von der Leyen e dalla Casa Bianca danneggiano solo Europa e, secondariamente, Stati Uniti: un boomerang, o peggio, uno spararsi sui piedi, come ebbe a dire Orban, o un vero e proprio suicidio collettivo di tutti i Paesi NATO.

 

La follia controproducente delle sanzioni è stata dichiarata apertis verbis dall’ex vice-cancelliere austriaco Heinz-Christian Strache, che ha parlato di «insolvenze e fallimenti di massa» in Europa. Il partito di Strache, l’FPO, ferocemente anti-immigrati e anti-sanzioni, è in questo momento in testa ai sondaggi.

 

In Germania, oltre la metà dei cittadini ammette di essere più povera a causa delle sanzioni. A causa delle sanzioni, le banche tedesche potrebbero avviarsi al crack.

 

Secondo il direttore del Fondo nazionale per la sicurezza energetica della Russia Konstantin Simonov, la UE sarà spaccata dalla «povertà energetica» conseguente alle sanzioni e all’altra pazzia istituzionale suicida che ha infettato la mente dei governi europei, la cosiddetta «transizione ecologica».

 

La direttrice del Fondo Monetario internazionale Kristalina Georgieva aveva avvertito a inizio 2022 che le sanzioni alla Russia potrebbero causare rivolte di massa. L’economica cinese Liu Zhiqun aveva invece calcolato che le sanzioni potrebbero portare alla fame 1 miliardo di persone in quella che ha definito «la più grande violazione dei diritti umani della storia».

 

Le sanzioni, si lasciò sfuggire il viceministro degli Esteri greco Miltiadis Varvitsiotis, mirano a rovesciare Putin. Tuttavia l’effetto sembra essere l’opposto: secondo Dilma Roussef, ex presidente del Brasile, le sanzioni USA porranno fine all’egemonia del dollaro.

 

 

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