Economia

L’economia dell’eurozona sta precipitando

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Deindustrializzata, martoriata da leggi «verdi» e dalla follia delle sanzioni antirusse, l’economia dell’Eurozona sta precipitando con rapidità preoccupante.

 

Secondo quanto riferito, l’attività economica si è contratta a luglio al ritmo più veloce in otto mesi, secondo i dati del sondaggio HCOB Flash Eurozone Purchasing Managers’ Index (PMI) della Hamburg Commercial Bank pubblicato da S&P Global.

 

L’attività economica è scesa a 48,9 a luglio da 49,9 a giugno. Una cifra inferiore a 50 indica una contrazione della crescita.

 

«Il manifatturiero continua a essere il tallone d’Achille dell’Eurozona. I produttori hanno nuovamente ridotto la loro produzione a un ritmo accelerato a luglio», ha citato Cyrus de la Rubia, capo economista della Hamburg Commercial Bank, nel documento di S&P Global. «L’economia dell’Eurozona probabilmente si sposterà ulteriormente in territorio di contrazione nei prossimi mesi, poiché il settore dei servizi continua a perdere slancio».

 

Il crollo è stato guidato dalla Germania, dove la produzione è diminuita per la prima volta da gennaio, guidata da un forte calo della produzione industriale. Come riportato da Renovatio 21, l’industria chimica tedesca, per fare un esempio, è letteralmente in caduta libera. Lo stesso dicasi per il settore automotive, un tempo fiore all’occhiello dell’industria del continente.

 

L’Eurozona, composta dai 20 Paesi dell’UE che utilizzano l’euro come valuta comune, era entrata in una recessione tecnica già a gennaio. Inoltre, il mese prossimo la Banca Centrale Europea dovrebbe alzare nuovamente i tassi di interesse. «L’UE sta finendo i soldi», ha sintetizzato la testata tedesca Handelsblatt.

 

Come riportato da Renovatio 21, mezzo trilione di debito delle banche europee verso la BCE è scaduto, mentre le sanzioni antirusse, e trovate come il price cap sul petrolio di Mosca, si sono ritorte contro Bruxelles.

 

Nella pazzia dell’ora presente, il Recovery Fund è stato dirottato per produrre munizioni da dare a Kiev: l’Europa è di fatto entrata in un’economia di guerra, come nel tempo hanno detto sia Orban che Macron.

 

 

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