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Le lune potrebbero schiantarsi contro i loro pianeti eliminando la vita

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Secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista Monthly Notice of the Royal Astronomical Sciences, le esolune – cioè le lune che ruotano attorno a un pianeta extrasolare al di fuori del nostro sistema – potrebbero schiantarsi contro i loro ospiti e spazzare via ogni possibilità di vita.

 

Usando la Terra come esempio potremmo fare questo tipo di supposizione: la Luna sta lentamente sfuggendo all’orbita terrestre, allontanandosi a una velocità di circa 3,8 centimetri all’anno. Alla fine la Luna sarà completamente «slegata» dal nostro pianeta, in un futuro inimmaginabilmente tra miliardi di anni, quando il Sole sarà già esploso.

 

Questo, bisogna presumere, è lo stesso processo che sarà condiviso dalle esolune. Utilizzando le simulazioni, lo studio ha scoperto che, a seconda di quanto è vicino l’esopianeta alla stella del sistema, la linea temporale potrebbe essere drasticamente accelerata, rendendo possibile a una luna libera di tornare a schiantarsi contro il suo precedente ospite dopo miliardi di anni dalla nascita del pianeta.

 

In ogni caso, sequenza temporale veloce o lenta che sia, lo studio ha concluso che una luna libera che alla fine si scontra con il suo pianeta madre è «un risultato a lungo termine estremamente probabile».

 

Non è una buona notizia per i potenziali mondi alieni dal momento che le lune possono essere un fattore essenziale nel promuovere un clima vivibile e adatto alla vita, scrive Futurism.

 

«Le lune sono spesso considerate utili», ha detto a WordsSideKick.com l’autore dello studio Brad Hansen, un astrofisico dell’Università della California, perché aiutano a stabilizzare l’asse di un pianeta, consentendo climi e stagioni più stabili più adatti alla vita.

 

Quindi qualsiasi pianeta su cui spunta la vita nell’universo avrà una bomba a orologeria incorporata che «potrebbe sterilizzare un pianeta altrimenti abitabile», ha scritto Hansen, molto prima di quando una stella ospite può farne un breve lavoro.

 

«Non è il miglior risultato nella ricerca di vita extraterrestre, ma vale comunque la pena conoscerlo», ha dichiarato sempre a WordsSideKick.com Jonathan Brande, un astrofisico dell’Università del Kansas che non è stato coinvolto nello studio.

 

C’è solo un piccolo problema in tutto il ragionamento: nessuno ha mai effettivamente osservato un’esoluna. Se sono là fuori, sono quasi impossibili da rilevare, anche se ci sono forti candidati al rilevamento.

 

Tuttavia, gli scienziati sono ancora fiduciosi che esistano poiché non c’è carenza di lune nel nostro sistema solare, il che significa che lune «potenzialmente sterminatrici» potrebbero condannare all’estinzione mondi alieni in tutto il cosmo.

 

«Ecco una soluzione del paradosso di Fermi per te: le lune assassine stanno eliminando gli extraterrestri» ha scritto Futurism.

 

Il paradosso di Fermi è la discrepanza tra la mancanza di prove conclusive di vita extraterrestre avanzata e l’apparentemente alta probabilità della sua esistenza – un’idea proposta dal geniale fisico italiano durante una chiacchierata casuale con altri fisici, tra cui il padre della bomba all’idrogeno Edward Teller, ad un pranzo dell’estate 1950, durante il quale il Fermi sbottò improvvisamente «Ma dove sono tutti?»

 

L’idea della Luna come possibile minaccia per l’umanità è trattata nel film hollywoodiano del regista tedesco Roland Emmerich Moonfall, dove al tema della caduta sulla Terra del suo satellite si aggiunge l’idea che la Luna sia una «megastruttura» creata da antichi alieni. L’idea di immense strutture spaziali è esplorata non solo nella fantascienza ma pure nell’astrofisica teorica, come nel caso delle sfere di Dyson o delle colonie spaziali (Stanford Torus, Bishop Ring, etc,).

 

 

 

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