Alimentazione

Le bibite zuccherate possono portare al cancro al fegato: nuovo studio

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Il consumo di bibite zuccherate potrebbe essere correlato ai tumori epatici ed accresciuta mortalità.

 

Ricercatori del Brigham and Women’s Hospital di Boston  hanno pubblicato uno studio intitolato «Sugar-Sweetened and Artificially Sweetened Beverages and Risk of Liver Cancer and Chronic Liver Disease Mortality» («Bevande dolcificate con zucchero e artificialmente dolcificate e rischio di cancro al fegato e mortalità per malattie epatiche croniche») sul Journal of the American Medical Association all’inizio della scorsa settimana.

 

Lo studio spiega un possibile legame tra il consumo regolare di bevande zuccherate e la morte per cancro al fegato. Lo studio ha coinvolto quasi 100.000 donne in post menopausa seguite per circa una di vent’anni.

 

Gli autori principali dello studio, il dottor Longgang Zhao, Ph.D., borsista post-dottorato presso il Brigham and Women’s Hospital, e Xuehong Zhang, ScD, professore associato presso la Harvard Medical School e il Brigham and Women’s Hospital, hanno rivelato che le partecipanti che consumavano bevande zuccherate quotidianamente avevano un tasso di mortalità per malattie epatiche croniche del 17,7 per 100.000 anni-persona.

 

Al contrario, questo tasso è sceso a 7,1 per le persone che consumavano tali bevande tre volte o meno al mese. Nessun rischio significativo di cancro è stato osservato per le bevande zuccherate artificialmente.

 

«Nelle donne in post menopausa, rispetto al consumo di 3 o meno porzioni di bevande zuccherate al mese, quelle che consumavano 1 o più bevande zuccherate al giorno avevano una maggiore incidenza di cancro al fegato e morte per malattia epatica cronica», hanno detto i ricercatori, aggiungendo che «studi futuri dovrebbero confermare questi risultati e identificare i percorsi biologici di queste associazioni».

 

La ricerca arriva mentre nella società americana vi è un dibattito acceso sul fat-shaming: c’è, in pratica, un tentativo di de-stigmatizzare l’obesità. Vi sono, in questo senso, già corposi testimonial come la cantante Lizzo, che festeggia l’aumento di peso. Alcuni si chiedono se a finanziare questo mutamento culturale non vi siano proprio le aziende produttrici di cibi zuccherati.

 

Nel frattempo, la grande finanza e le farmaceutica speculano sui nuovi ritrovati contro l’obesità come il semaglutide e il liraglutide, iniezioni costosissime che tuttavia potrebbero avere la controindicazione di portare a fantasie suicidarie.

 

 

 

 

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