Gender

Le autorità russe vogliono mettere al bando il «movimento pubblico internazionale LGBT»

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Ieri il ministero della Giustizia russo ha dichiarato di aver intentato una causa presso la Corte Suprema per etichettare il «movimento pubblico internazionale LGBT» come estremista e per mettere fuori legge le sue operazioni nel Paese. Lo riporta il sito governativo russo RT.

 

In una dichiarazione pubblicata sul suo sito web, il ministero ha sostenuto che «il movimento LGBT» è stato impegnato in varie attività che lo qualificano come un «gruppo estremista». Nello specifico, ha seminato «discordia sociale e religiosa», ha affermato il ministero.

 

Non è stato immediatamente chiaro quali gruppi sarebbero stati interessati dal potenziale divieto e se la definizione di «estremista» avrebbe avuto conseguenze per l’ideologia LGBT stessa, diventando la base per agire contro varie organizzazioni pubbliche.

 

In Russia, la più grande organizzazione pubblica di questo tipo è la cosiddetta «rete LGBT russa», una piattaforma civica creata a metà degli anni 2000, che riunisce vari gruppi regionali che difendono i diritti delle minoranze sessuali.

 

La rete, che due anni fa è stata etichettata come «agente straniero», è un’entità riconosciuta a livello internazionale e fa parte della LIGA – l’Associazione internazionale lesbiche, gay, bisessuali, trans e intersessuali – un’importante ONG con sede in Svizzera che promuove i diritti dei gay attiva dagli anni Settanta.

 

Negli ultimi anni, la Russia ha progressivamente inasprito la sua legislazione volta a frenare la diffusione dell’«ideologia LGBT».

 

Nel 2013 ha messo al bando la «propaganda LGBTQ» ritenuta rivolta ai minori. Il divieto è stato rafforzato lo scorso dicembre, quando è stata adottata una legislazione che introduce pesanti multe per chiunque sia ritenuto colpevole di promuovere «rapporti sessuali non tradizionali», pedofilia e transgenderismo, sia tra minori che tra adulti.

 

Curiosamente, la mossa del ministero è arrivata nelle stesse ore in cui Putin, rispondendo ad una domanda del regista serbo Emir Kusturica durante un evento culturale a San Pietroburgo, aveva fatto un discorso di apparente apertura nei confronti della «cultura LGBT».

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Immagine generata artificialmente

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