Geopolitica

Lavrov: la Russia è pronta a combattere la NATO in Ucraina

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La Russia è pronta alla continuazione della lotta della NATO in Ucraina, ha dichiarato martedì il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov.

 

Diversi giorni prima, il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha rifiutato qualsiasi mossa per «congelare» il conflitto, nonostante le crescenti perdite ucraine.

 

In un’intervista al quotidiano tedesco Welt am Sonntag pubblicata domenica, Stoltenberg ha dichiarato che «la pace non può significare congelare il conflitto e accettare un accordo dettato dalla Russia». Stoltenberg ha aggiunto che «solo l’Ucraina può definire le condizioni accettabili», un’esplicita approvazione del voto di Kiev di respingere le forze russe ai confini prebellici e di impadronirsi del territorio russo della Crimea.

 

«Se la NATO, per bocca di Stoltenberg, dichiara ancora una volta di essere contraria al congelamento, come si suol dire, del conflitto in Ucraina, allora vuole che si combatte», ha detto Lavrov in una conferenza stampa. «Bene, lasciateli combattere, siamo pronti per questo, abbiamo capito da tempo gli obiettivi della NATO nella situazione intorno all’Ucraina, che si sono formati da molti anni».

 

I funzionari di Mosca hanno a lungo accusato gli Stati Uniti ei loro alleati della NATO di armare l’Ucraina e di utilizzare il paese per istigare un conflitto con la Russia.

 

Il presidente russo Vladimr Putin aveva descritto il conflitto come una contrapposizione tra le sue forze e «l’intera macchina militare occidentale», e martedì Lavrov ha fatto eco a questo sentimento, affermando che le continue spedizioni di armi dell’Occidente a Kiev dimostrano che l’Occidente è «un partecipante diretto alla guerra ibrida dichiarata contro la Russia, anzi la guerra calda».

 

Mentre Lavrov ha affermato che alcuni leader occidentali stanno iniziando a «uscire dalla sbornia» sulla natura del conflitto, Kiev ha chiesto che le armi continuino a fluire. «Niente sarà sufficiente, per quanto mandino, perché se non c’è vittoria, significa che non è bastato», ha detto lunedì il ministro degli Esteri ucraino Dmitrij Kuleba in un’intervista.

 

Con la controffensiva ucraina in corso che vacilla contro una difesa russa «ben preparata», Stoltenberg ha detto lunedì ai giornalisti che gli Stati della NATO invieranno presto attrezzature per aiutare le truppe ucraine a ripulire i campi minati russi. Non ha detto, tuttavia, che tipo di attrezzatura sarebbe stata inviata o quali membri l’avrebbero fornita.

 

Il mese scorso, il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov aveva dichiarato all’agenzia di stampa TASS che Mosca era «solidale» con l’Occidente sul fatto che il conflitto non può essere «congelato», dicendo che l’unica opzione che Mosca sta attualmente prendendo in considerazione è «completare l’operazione militare speciale» o smilitarizzare l’Ucraina e garantirne la neutralità con la forza.

 

In questi mesi le dichiarazioni del segretario NATO Stoltenberg si sono fatte di volta in volta più grottesche e contraddittorie: parla di «possibilità reale» di «guerra in piena regola» con la Russia ma poi dice che l‘Ucraina dovrebbe concentrarsi sul conservare sulla sovranità invece che aderire alla NATO; dichiara che dobbiamo «soffrire per la democrazia»  e pure che «la Russia non può vincere in conflitto nucleare», in un’escalation di parole di gravità inaudita sempre più parossistica.

 

La corsa per la sostituzione di Stoltenberg è partita. In testa potrebbe esserci il falco Ben Wallace, attuale segretario alla Difesa del governo britannico.

 

I predecessori dello Stoltenbergo danno un’idea del tipo di personaggio che finisce sulla sedia di segretario Atlantico, mostrando di poter far danni anche oggi. Il danese Anders Fogh Rasmussen  (quello che Berlusconi definì, parlando delle chiacchiere intorno alla moglie Veronica Lario, «più bello di Cacciari») soffia sul fuoco a Taiwan.

 

Come riportato da Renovatio 21, si è avuto poi il caso dell’ex comandante della NATO, il generale britannico Philip Breedlove, ora in prensione, che ammettendo apertamente che l’Ucraina sta conducendo una guerra per conto dell’Occidente contro la Russia, sollecitava la revoca di qualsiasi restrizione all’uso di armi da parte di Kiev, di modo che possa colpire fin dentro la Russia.

 

 

 

 

 

 

 

Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0), immagine tagliata.

 

 

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