Spirito
L’arcivescovo Forte contro i fedeli che vogliono la Comunione sulla lingua. Mentre continuano le profanazioni sataniche
In un video emerso in queste ore è visibile l’arcivescovo Bruno Forte, dell’arcidiocesi di Chieti-Vasto mentre rimprovera tre parrocchiani per aver ricevuto la Santa Eucaristia sulla lingua. Lo riporta LifeSite.
Durante l’omelia, Forte rimprovera i tre fedeli per aver ricevuto la Santa Comunione sulla lingua e affermata che qualsiasi cattolico che scelga di ricevere la Comunione sulla lingua non solo è «disobbediente» alla gerarchia ecclesiastica, ma commette anche il peccato di orgoglio.
«Permettete che chiarisca un punto. Ci sono state tre persone che non hanno voluto la Comunione in mano. Prima di tutto, nel Nuovo Testamento Gesù dice “làbete“. Il verbo lambano in greco significa prendere in mano» ammonisce il prelato, che decisamente non condivide le posizioni di quanti, come monsignor Athanasius Schneider nel libro Christus Vincit, ritiene che la giusta traduzione, visto anche il latino accipere, non è «prendere» ma «ricevere».
ITALY
Bishop Bruno Forte BERATES three people for receiving Communion on the tongue
He claims that Communion should only be received in the hands and that it is ‘pride’ that makes people do otherwise
What are your thoughts? pic.twitter.com/bWqXm0UiSr
— Catholic Arena (@CatholicArena) April 24, 2025
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«Per secoli la Chiesa ha preso in mano la comunione. Solo in alcuni secoli oscuri, temendo la mancanza di igiene, si è sostituito questo gesto con quello del prenderla in bocca» spiega monsignor Forte, forte forse di tanti insegnamenti pandemici pienamente recepiti dal cattolicesimo moderno.
«Ma grazie a Dio oggi siamo tutti cresciuti. Le mani ce le laviamo», assicura l’arcivescovo, che in realtà non lo può sapere, e che probabilmente non è mai stato nel bagno di un Autogrill, dove è possibile osservare l’immancabile tragitto delle moltitudini dal pisciatoio all’auto senza passare per il lavandino. (Monsignor Forte probabilmente è di quelli che non sanno perché nei bar all’aperitivo la ciotola della nocciolino include un cucchiaino).
«Per cui la Comunione si prende in mano» annunzia perentorio il religioso, «con il gesto umile di stendere la mano e di accoglierla».
«Chi non lo fa, fa un atto di orgoglio, si crede più saggio e più esperto del papa e dei vescovi che hanno deciso che la Comunione si prende in mano». Anche qui, è sensibile un accento dai tempi pandemici, quando alla popolazione veniva ripetuto di fidarsi degli esperti.
«Per piacere siate umili ed obbedienti alla Chiesa. Almeno nel momento in cui fate la Comunione, facendo la volontà che è quella espressa nella Chiesa, dal papa e dai vescovi».
Non è chiaro da dove il monsignore esperto tragga l’ordine secondo cui «la Comunione si prende in mano» secondo la volontà di Chiesa, papa e vescovi.
La Santa Comunione sulla lingua è stata la norma nella Chiesa per oltre 1.300 anni, mentre la Comunione sulla mano si è diffusa a livello mondiale solo con le riforme degli anni Settanta.
Nell’istruzione Memoriale Domini papa Paolo VI scrive della Comunione sulla lingua: «Questo modo di distribuire al Comunione, tenuta presente nel suo complesso la situazione attuale della Chiesa, si deve senz’altro conservare, non solo perché poggia su di una tradizione plurisecolare, ma specialmente perché esprime e significa il riverente rispetto dei fedeli verso la Santa Eucaristia. Non ne è per nulla sminuita la dignità della persona dei comunicandi; tutto anzi rientra in quel doveroso clima di preparazione, necessario perché sia più fruttuosa la Comunione al Corpo del Signore».
Monsignor Forte pare inoltre ignorare l’istruzione Redemptionis Sacramentum (2004) scrive che ogni fedele ha «sempre il diritto di ricevere, a sua scelta, la santa Comunione in bocca».
L’arcivescovo è ritenuto da alcuni osservatori come teologo pro-LGBT che ha introdotto il tema dell’omosessualità al Sinodo per la famiglia.
Il vaticanista Edward Pentin in un articolo dell’anno passato sulle nomine al Dicastero per la Dottrina della Fede scriveva che il prelato sarebbe «responsabile delle sezioni sull’omosessualità nel controverso documento provvisorio del primo Sinodo sulla famiglia del 2014 che tentava di aprire la porta all’accettazione delle relazioni omosessuali nella Chiesa». Il link è ad un articolo della BBC sull’argomento. «È stato una voce di spicco nel sostenere una maggiore inclusione e rispetto per l’omosessualità e i diritti degli omosessuali all’interno della Chiesa» scrive il giornalista linkando un articolo de La Stampa.
Della chiesa moderna colpisce l’ostinazione, al limite della fake news, riguardo la Comunione nella mano come unica forma liturgica. È infatti arcinoto come la possibilità di non dare sulla lingua l’Eucarestia crei la questione della profanazione: in breve, alimenti network satanisti, che per i loro immondi riti necessitano dell’Ostia consacrata (hanno, di fatto, più fede di molti vescovi…)
L’idea di tale pericolo era giù presente nell’istruzione di Paolo VI, quando si dice che «con questa forma ormai tradizionale (…)si evita il pericolo di profanare le specie eucaristiche, nelle quali «è presente in modo unico, sostanzialmente e ininterrottamente, il Cristo tutto e intero; Dio e uomo». Parimenti, la Redemptionis Sacramentun scrive che «se c’è pericolo di profanazione, non sia distribuita la santa Comunione sulla mano dei fedeli».
La questione è rimbalzata nelle cronache mondiale, in maniera comica e tragica al contempo, quando un gruppo Satanista ha officiato un rito fuori dal Campidoglio del Kansas, dovendo però assicurare che l’Ostia che sarebbe stata utilizzata non era consacrata.
Tale cortocircuito dello Stato moderno ha visto quindi l’attuarsi di una scena eroica: quando il satanista ha innalzato la particola e la ha buttata al suolo calpestandola, un signore che stava ai lati è intervenuto gettandosi a terra per consumarla con la bocca, ricevendo quindi le botte dal leader satanista.
Un satanista intentó profanar la Sagrada Hostia en el Capitolio del Estado de Kansas mediante algún tipo de conjuro.
Sin embargo, en un acto de valentía y devoción, un hombre católico intervino rápidamente, tomó la Hostia y la consumió para evitar la profanación.
¡Así es! Un… pic.twitter.com/x3UGLLCnyq
— Carolina ❤️🔥 (@realCarola2Hope) March 29, 2025
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Solo questo episodio, con immagini pubbliche che parlano chiarissimo, dovrebbe far decadere urbi et orbi la pratica della Comunione sulla mano, vero grande sistema di alimentazione del satanismo odierno.
Renovatio 21 tenta di seguire da vicino i casi di Ostie trafugate, che – lontani dalle cronache mainstream – si ripetono costantemente in tutto il mondo.
Come riportato da Renovatio21, all’inizio di maggio dello scorso anno, in Francia, il tabernacolo della chiesa di Notre-Dame, a Livry-Gargan (Seine-Saint-Denis) è stato divelto e ritrovato a pochi metri dall’edificio. Il Santissimo Sacramento non è stato trafugato, a differenza di quanto accaduto nella chiesa Sainte-Trinité a Louvroil (Nord) dove sono scomparse le Ostie consacrate.
Un altro episodio sacrilego è avvenuto nella parrocchia di San Michele Arcangelo a Portland, in Oregon, dove è stato invece rubato il tabernacolo.
Anche l’Italia ha i suoi casi: ad aprile 2024 qualcuno è entrato di notte all’interno del Santuario di Ponte delle Pietra, a Perugia. È stato detto che l’effrazione aveva probabilmente l’intento di trafugare oggetti di arte sacra, tuttavia, ha scritto Renovatio 21 all’epoca, è lecito ipotizzare che l’obiettivo principale dei malviventi fosse quello di rubare le Ostie consacrate.
Molti fedeli sono arrivati alla Santa Messa tradizionale – il vetus ordo, il rito antico, la «Messa in latino», chiamatela come volete – durante la pandemia, quando impressionarono, oltre che il sacerdote con i guanti di lattice, la distribuzione forzata in mano della Santa Comunione.
I lettori di Renovatio 21 che vogliono evitare lo scempio di vedere la Santa Eucarestia piazzata nelle mani dei fedeli possono scriverci per chiederci dove assistere a delle Sante Messe dove ciò non può accadere.
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Immagine: Jan van den Hoecke (1611–1651), La Santa Comunione del Beato Federico di Ratisbona (1630-1651), collezione privata.
Immagine di pubblico dominio CCo via Wikimedia