Geopolitica

L’ambasciata russa: i discorsi di Washington sull’«isolamento globale» di Mosca sono «sessioni di autoipnosi»

Pubblicato

il

L’Ambasciata russa a Washington ha pubblicato il 18 luglio sul suo canale Telegram in inglese e russo un «Commento in risposta alla dichiarazione del Dipartimento di Stato sull'”isolamento globale” della Russia»

 

«Abbiamo prestato attenzione alla dichiarazione dell’ufficio stampa del Dipartimento di Stato che il nostro Paese sarebbe stato isolato dal resto del mondo economicamente, politicamente, culturalmente e diplomaticamente» scrive l’ambasciata.

 

«La dirigenza russa è attivamente coinvolta (…) in contatto costante con i vertici della maggior parte dei Paesi del mondo. (…) Per quanto riguarda le dichiarazioni sull'”isolamento” della nostra delegazione alla riunione dei ministri degli Esteri del G20 (…) Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha tenuto una serie di incontri produttivi con colleghi di altri Paesi».

 

«Queste affermazioni infondate (…) assomigliano a una sessione di autoipnosi. Invece di riconoscere l’impossibilità di “cancellare” la Russia, preferiscono divertirsi con le illusioni. Vediamo in questo il desiderio di convincere i cittadini statunitensi della giustificazione del corso anti-russo e delle sanzioni occidentali illegittime, che si trasformano in ingenti costi per i loro iniziatori».

 

I diplomatici di Mosca colgono nel segno: si tratta di un grande processo di autoipnosi, per cui hanno convinto il mondo che Zelens’kyj è uno statista e non un volgare attore comico, che un uomo può diventare una donna (e una donna non si sa cosa sia), che Biden non è in totale demenza senile, che l’economia dei Paesi non ha bisogno di gas, petrolio e grano (cioè, della Russia).

 

All’ambasciata manca di capire che questo immane processo di ipnosi è stato rodato in due anni di follia politico-pandemica, dove i governi occidentali hanno ipnoticamente convinto la maggioranza delle popolazioni che il virus li avrebbe uccisi senza pietà, che il vaccino non era sperimentale, che il vaccino funzionava, che i lockdown sono per il bene di tutti, che la società può esistere senza lavoro e senza libertà, che le Costituzioni non servono a niente come i diritti  che un tempo certificavano.

 

Il fenomeno ha un nome: mass formation psychosis, formazione di psicosi di massa. Si tratta di una teoria elaborata dallo psicologo belga Mattias Desmet, e rilanciata da varie altre figure.

 

Quando il dott. Malone ne parlò in un video con Joe Rogan, improvvisamente Google cominciò a «curare» i risultati in modo inedito. Scattò perfino un incredibile, grottesco articolo di fact checking da parte di una grande agenzia di stampa internazionale: gli anonimi fact checker, guardiani della verità e delle opinioni tutte, hanno dichiarato che non c’era nessun processo di formazione di psicosi di massa in corso.

 

Epperò, questo è. Come spiegava Desmet, quando ad un’angoscia fluttuante nella popolazione viene posto uno stimolo ripetuto – esattamente come nell’ipnosi – il processo prende piede, e trasforma un popolo pacifico e civilizzato in un esercito di vampiri assettati di sangue. In Germania, negli anni Trenta, accadde così.

 

Quindi sì, l’ambasciata russa ha proprio ragione: siamo tutti dentro ad una grande sessione di ipnosi collettiva.

 

Una prova? Un sondaggio ha rivelato che i vaccinati sono più inclini a sostenere una Terza Guerra Mondiale per l’Ucraina…

 

Più popolari

Exit mobile version