Bioetica

La vera storia del Comitato Nazionale di Bioetica – seconda parte

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Dopo la prima parte, pubblicata lo scorso 9 novembre, Renovatio 21 continua il progetto di tracciare l’evoluzione della bioetica italiana e della sua principale istituzione governativa – il Comitato Nazionale di Bioetica (CNB) – con questa seconda intervista al professor Luca Marini, docente di diritto internazionale alla Sapienza di Roma, che del CNB fu membro dal 1996 al 2014 e ebbe anche il ruolo vicepresidente.

 

 

 

Professor Marini, torniamo al CNB, alla sua natura e alle sue competenze. Poiché esso dipende formalmente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dobbiamo presumere un forte legame con il mondo politico?

Mi sembra che il legame con la politica, inteso nel senso classico di affiliazione ideologica, di funzionalità o addirittura di organicità dei suoi componenti rispetto a l’uno o all’altro partito, appartenga al passato del CNB. Oggi non mi stupirei se il CNB – come del resto la stessa politica – fosse più esposto direttamente alle pressioni delle lobby tecno-scientifiche e industriali, e quindi, in ultima analisi, al controllo dalle élite finanziarie transnazionali. Ovviamente questa influenza e questo controllo, se ci sono, vengono esercitati attraverso l’azione di singoli membri, che magari operano nell’ambito di atenei a loro volta foraggiati, e quindi controllati, dai protagonisti del mercantilismo globalista e transumanista, ossia da quelle stesse élite poc’anzi ricordate.

 

I membri del CNB agiscono e votano secondo inclinazioni personali o le è sembrato che seguissero l’agenda di chi li ha fatti nominare?

Diciamo che, ai miei tempi, salvo rare eccezioni, in genere seguivano le indicazioni della scuderia di appartenenza. Che, nel CNB, era quella laica o quella cattolica.

 

A questo proposito, quale è l’influenza della Chiesa sul CNB? E quella dei laici? Sono influenze riconducibili a qualche entità concreta?

Francamente, tenuto anche conto delle fazioni interne a ciascuno dei due schieramenti, non saprei quantificare questa influenza. È un discorso che non mi hai appassionato, non appartenendo né all’uno né all’altro schieramento, come ha dimostrato la mia destituzione. Posso però riferire un episodio: tanti anni fa, durante la riunione di insediamento del neo-ricostituito Comitato, notai un collega molto conosciuto, che in seguito avrebbe fatto carriera politica, tutto intento a prendere appunti. Ammirato dall’umiltà del personaggio, mi avvicinai per constatare che gli appunti in questione si riducevano a un foglio bianco diviso a metà, in senso verticale, da una riga: a destra in alto c’era scritto LAICI, a sinistra CATTOLICI. Il noto docente in questione stava accuratamente catalogando i suoi nuovi colleghi in virtù dei loro orientamenti ideologici e confessionali, evidentemente al fine di calcolare le maggioranze di voto. Il fatto poi che non avesse previsto uno spazio per i «non affiliati», come me, la dice lunga.

 

A proposito di voto, quale potere effettivo ha il CNB?

Nessuno, nel senso che i suoi pareri sono consultivi e non vincolanti. Diciamo che essi hanno l’autorevolezza che si è disposti a riconoscere all’organismo che li adotta. Che poi i pareri vengano propagandati da certa stampa o da certa politica come «decisioni» o come «autorizzazioni» è un altro paio di maniche. Le racconto un altro episodio. Tanti anni fa il CNB venne chiamato a pronunciarsi su una sperimentazione avente a oggetto cellule staminali embrionali da avviarsi presso la sede italiana del Centro comune di ricerca dell’UE. In quell’occasione chiesi espressamente di dichiarare irricevibile la domanda, per evidente difetto di competenza del Comitato tanto sul piano formale quanto sul piano sostanziale. Ebbene, non soltanto il CNB si pronunciò, respingendo la mia mozione d’ordine, ma approvò (sic!) la sperimentazione, pur senza averne alcun potere: e i giornali più orientati ne approfittarono per titolare «Primo sì italiano alla sperimentazione sulle cellule staminali». Ricordo che sulla vicenda intervenne anche Oriana Fallaci, che criticò apertamente il fatto che il parere del CNB fosse stato adottato con un solo voto contrario e un astenuto.

 

Ma quindi, in ultima analisi, quali poteri formano il CNB?

Guardi, finché il CNB fornirà pareri non vincolanti, e quindi di fatto irrilevanti, non sarà un centro di potere. Questo non vuol dire che alcuni personaggi non l’abbiano utilizzato per i propri fini come se lo fosse, ingigantendone volta per volta le competenze per vivere di luce riflessa, come si evince dall’episodio sopra riportato. Una svolta decisiva in questo senso potrebbe essere costituita dall’eventuale trasformazione del CNB in una vera e propria «authority» sulla bioetica, o sulle biotecnologie, di cui si parlò a più riprese in passato senza giungere, tuttavia, a risultati concreti. Vennero presentati in tal senso numerosi disegni di legge, rimasti lettera morta. Certo, se ciò accadesse – o anche se il CNB, pur restando quello che è, finisse per essere affiancato da una authority del genere – ci sarebbe da preoccuparsi non poco.

 

 

Continua…

 

 

 

 

Immagine di Nicolasrivron via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0)

 

 

La vera storia del Comitato Nazionale di Bioetica – prima parte

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