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La Turchia blocca OnlyFans

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Mercoledì la Turchia ha bloccato l’accesso alla piattaforma OnlyFans in risposta a una petizione di gruppi conservatori sulla piattaforma dei cittadini CIMER.

 

Ankara non ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale sul divieto di accesso alla piattaforma, i cui utenti guadagnano caricando foto e video per lo più di carattere erotico e pornografico per gli abbonati che pagano per diversi livelli di accesso scelti dai «creatori» di contenuti – che spessissimo sono ragazze, anche molto giovani, pronte non solo a spogliarsi.

 

Articoli dei media turchi confermerebbero che il sito è stato bloccato, con tentativi di accesso che hanno restituito un messaggio che avvisava gli utenti che il loro traffico non era sicuro.

 

Almeno un creatore di OnlyFans si è rivolto a Twitter per chiedere ai suoi clienti di cercarla utilizzando una VPN, la tecnologia solitamente utilizzata per aggirare i blocchi specifici su internet nei vari Paesi.

 

OnlyFans «incoraggia la società a fare soldi facili con metodi immorali», scriveva un firmatario della petizione nei commenti riprodotti dal notiziario turco Cumhuriyet. «Se non vengono prese misure drastiche contro tali piattaforme, la morale pubblica e la struttura familiare turca verranno erose e alla fine degenereranno», ha continuato l’utente, sostenendo il divieto non solo di OnlyFans ma di «tutte queste piattaforme».

 

Un altro firmatario ha fatto eco a queste preoccupazioni, osservando che gli utenti di OnlyFans si vantavano delle loro entrate su Twitter e lo raccomandavano come prospettiva di carriera.

 

La situazione è a tal punto sfuggita di mano, ha scritto l’utente riportato da RT, che «alcuni degli account su questa piattaforma disgustosa hanno iniziato a produrre contenuti pornografici con i loro genitori per guadagnare più soldi». Non abbiamo idea se questa accusa abissale sia vera: se lo fosse la valenza antropologica della questione sarebbe immane.

 

OnlyFans ha 190 milioni di utenti, con una crescita di un altro mezzo milione ogni giorno, anche se la maggior parte sono abbonati che scaricano i contenuti di altre persone senza caricare i propri, secondo Earthweb. Il sito vanta 2,1 milioni di creatori.

 

Mentre i creatori popolari possono guadagnare centinaia di migliaia di dollari ogni mese, il creatore medio guadagna solo $151 al mese e il sito prende il 20% dei guadagni di tutti i creatori.

 

OnlyFans ha cercato brevemente di allontanarsi dal consentire agli utenti di caricare e condividere contenuti esplicitamente pornografici nel 2021. Tuttavia, le proteste diffuse dalla sua base di utenti l’hanno convinta a cambiare idea in pochi giorni.

 

Meno di un mese dopo, è emerso che gli ex dipendenti conservavano l’accesso alle informazioni personali sia dei creatori di contenuti che degli abbonati, inclusi i dati della carta di credito, gli indirizzi e altri dati potenzialmente incriminanti.

 

Il sito con sede nel Regno Unito si è ritirato dalla Russia lo scorso aprile, ponendo fine ai suoi rapporti con i creatori di contenuti del Paese a causa delle difficoltà di superare le restrizioni di pagamento tra sanzioni occidentali sempre più ampie.

 

Onlyfans è accusato di incoraggiare nei giovani una sorta di prostituzione della persona, che viene presentata come un’attività normale e redditizia. In Italia aveva fatto clamore il caso della dipendente del parco divertimenti per bambini Gardaland cui non era stato rinnovato il contratto a causa delle sue foto su Onlyfans. La ragazza, 25 anni, in seguito dichiarò che aveva guadagnato solo con foto «sexy» 5 mila euro lordi nel giro di pochi mesi. Il fidanzato e i genitori, disse, non hanno obiettato.

 

Come riportato da Renovatio 21, tre mesi fa la grande piattaforma della pornografia in rete, Pornhub, è stata acquistata da un fondo chiamato «Ethical Capital» («Capitale Etico») costituito da avvocati e investitori nel ramo della cannabis legale, tra cui un rabbino e professore di diritto (che avrebbe seguito da avvocato casi di «lavoratori del sesso», nuova espressione orwelliana per il meretricio) e di un capo in pensione della polizia a cavallo canadese.

 

La dipartita di Pornhub dalla Russia, ritorsione morale dell’azienda scatenata dall’operazione militare speciale di Putin, aveva tuttavia fatto felice qualcuno.

 

 

Come riportato da Renovatio 21, è stato ipotizzato, a partire da fughe di notizie sul famoso laptop del figlio del presidente USA, Hunter Biden, che quest’ultimo caricasse filmati su Pornhub.

 

Non è chiaro quale successo Hunter Biden potrebbe avere su Onlyfans. Tuttavia foto con sue prodezze, tratte dal suo «laptop dall’Inferno», sono state messe in rete la settimana scorsa in un sito organizzato.

 

 

 

 

 

Immagine di Marci Verch Professional Photographer  via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0); immagine tagliata

 

 

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