Geopolitica

La Turchia attacca Cipro per le licenze a Exxon Mobil e Qatar Petroleum

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Il governo (greco) cipriota ha assegnato concessioni esplorative al largo della costa sud-occidentale, nel settore 5 della EZZ. Pronta la replica dei turchi: nessuna nazione, azienda o nave potrà svolgere «ricerche non autorizzate».  (…)

 

 

Il governo turco attacca Nicosia accusandola di aver violato la propria piattaforma continentale, assegnando senza titolo una licenza di esplorazione marittima in cerca di giacimenti di petrolio e gas naturali a Exxon Mobil e Qatar Petroleum.

Il ministero degli Esteri di Ankara afferma che il Paese «non consentirà mai a nessuna nazione, azienda o nave straniera di svolgere ricerche non autorizzate sugli idrocarburi nella propria giurisdizione»

 

In una nota il ministero degli Esteri di Ankara afferma che il Paese «non consentirà mai a nessuna nazione, azienda o nave straniera di svolgere ricerche non autorizzate sugli idrocarburi nella propria giurisdizione».

 

(…)

 

Ankara accusa i ciprioti di violare i confini marittimi e ribadisce che non è disposta a tollerare trivelle ed esplorazioni abusive in un’area che considera come «zona economica esclusiva» nel Mediterraneo orientale.

 

La regione è diventata un settore nevralgico nella gara allo sfruttamento di gas e idrocarburi per Cipro, Israele ed Egitto, cui si è unita la Turchia dando vita a uno scontro frontale fra secolari rivali storici.

 

La regione è diventata un settore nevralgico nella gara allo sfruttamento di gas e idrocarburi per Cipro, Israele ed Egitto, cui si è unita la Turchia dando vita a uno scontro frontale fra secolari rivali storici

Inoltre, all’elemento economico si somma il fattore confessionale con le divisioni fra cristiani nella parte greca, soprattutto ortodossi, e i musulmani nel settore turco dove si sono registrati fenomeni di «islamizzazione» fra gli abitanti.

 

Bruxelles ha invitato a più riprese il governo di Ankara ad allentare la tensione, riaffermando il proposito di difendere gli interessi degli Stati membri (Cipro e Grecia).

 

Pronta la replica turca, che non intende arretrare di un passo nella rivendicazione dei propri interessi economici, politici e commerciali, oltre alla tutela degli interessi nell’area turco-cipriota dell’isola divisa.

 

Inoltre, all’elemento economico si somma il fattore confessionale con le divisioni fra cristiani nella parte greca, soprattutto ortodossi, e i musulmani nel settore turco dove si sono registrati fenomeni di «islamizzazione» fra gli abitanti

Fra i nodi irrisolti vi è il mancato accordo sui limiti delle rispettive piattaforme continentali fra Grecia e Turchia; diverso il discorso riguardante Nicosia, che per Ankara non ha diritto ad alcuna rivendicazione territoriale o marittima non riconoscendo l’autorità di governo.

 

Incurante del monito dei sodali del presidente Erdogan, il consiglio dei ministri (greco) cipriota ha disposto la concessione della licenza a Exxon Mobil e Qatar Petroleum per il settore 5 di quella che considera propria zona economica esclusiva (EZZ), situata a sud/sud-ovest dell’isola.

 

 

 

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Immagine di Michal Klajban via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0)

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