Geopolitica

La Svizzera blocca i piani olandesi per l’acquisto di carri armati per l’Ucraina

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Ulteriore capitolo su guerra ucraina e armi svizzere: secondo quanto riportato dal sito olandese NL Times, il governo dei Paesi Bassi voleva acquistare i carri armati Leopard dall’industria statale svizzero Ruag. La testata cita fonti a conoscenza del piano.

 

L’accordo, tuttavia, avrebbe richiesto l’approvazione della Svizzera, che finora ha mantenuto la neutralità durante il conflitto tra Russia e Ucraina.

 

In uno sviluppo importante, per il momento, la Svizzera manterrà la sua neutralità: il Consiglio nazionale svizzero ha appena votato una legge che vieta la rivendita di armi.

 

Il piano originale dei Paesi Bassi era di acquistare i carri armati Leopard 1, una versione precedente del carro armato, dalla società svizzera Ruag.

 

Oltre ai carrarmati, L’Aia sta andando avanti con la spedizione verso Kiev di altri armamenti, riconfermando l’intenzione di fornire più missili Patriot, o parti di essi per metterli in funzione, così da contribuire a rafforzare le difese aeree dell’Ucraina, scrive sempre il NL Times. L’Ucraina avrebbe già ricevuto due lanciatori Patriot e una serie di missili dai Paesi Bassi.

 

Come riportato da Renovatio 21, novembre 2022 la Confederazione Elvetica aveva ripetuto che non intendeva fornire armi a Kiev per il conflitto con la Federazione Russa. Berna era intervenuta già nel maggio precedente per fermare la riesportazione in Ucraina di munizioni prodotte nella Confederazione.

 

Ad aprile 2023 il presidente svizzero Alain Berset in un incontro a Berlino ha rifiutato di cedere alla richiesta del cancelliere Scholz di riesportazione di armi svizzere in Ucraina.

 

A inizio conflitto gli affari tra Berna e Mosca sembrano tuttavia aumentati. Tuttavia, visto l’allineamento di Berna con l’Occidente, fa il ministero degli Esteri russo aveva fatto sapere di non considerare più la Svizzera come neutrale.

 

La Svizzera aveva inoltre rifiutato la rivendicazione di Zelens’kyj sui beni russi confiscati. Lo scorso dicembre, tuttavia, il ministero dell’Economia svizzero ha annunciato di aver congelato beni russi per un valore di 7,94 miliardi di dollari (7,5 miliardi di franchi svizzeri).

 

 

 

 

 

Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia

 

 

 

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