Nucleare
La Svezia rinuncia all’antinuclearismo e procede alla costruzione di nuove centrali atomiche
Il Parlamento svedese ha votato ieri approvato un nuovo obiettivo energetico, consentendo l’avanzamento dei piani per la costruzione di centrali nucleari.
Il requisito di diventare «100% rinnovabile» è stato sostituito con quello di diventare «100% fossil free» nella produzione di energia elettrica, che è già al 98% da nucleare, idroelettrico ed eolico.
La costruzione di almeno due piccoli reattori modulari è allo studio da parte dell’azienda statale Vattenfall, così come l’estensione della durata dei reattori esistenti.
«Questo crea le condizioni per l’energia nucleare», ha detto il ministro delle finanze Elisabeth Svantesson. «Abbiamo bisogno di più produzione di elettricità, abbiamo bisogno di elettricità pulita e abbiamo bisogno di un sistema energetico stabile».
Come riportato da Renovatio 21, l’anno scorso erano stati previsti blackout in Svezia e Danimarca a causa della crisi energetica ancora in corso.
Differentemente dalla Svezia, la Germania ha rinunciato catastroficamente al nucleare nell’era Merkel, affidandosi alle rinnovabili che non solo hanno disatteso le aspettative, ma hanno addirittura fatto riaprire le centrali a carbone. Nella società tedesca, tuttavia, affioravano segni di pentimento ancora prima della distruzione del gasdotto Nord Stream: scienziati, normali cittadini e pure qualche ministro rivogliono l’atomo inibito dalla cancelliera, fautrice dei multiplo disastri ora slatentizzatisi in Europa.
Non paga, Berlino tenta di bloccare la fornitura di tecnologia alle centrali di altri Paesi come l’Ungheria.
Come riportato da Renovatio 21, un anno fa si erano registrati misteriosi avvistamenti di droni sopra le centrali nucleari svedesi.
Immagine di Daniel Kihlgren via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported (CC BY-SA 3.0)