Economia

La speculazione finanziaria sul petrolio raddoppia i volumi

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Reuters riferisce che il volume giornaliero delle opzioni petrolifere scambiate al Chicago Mercantile Exchange è raddoppiato all’inizio di marzo, da una media di 126.000 tra il 19 gennaio e il 9 febbraio, a 240.000 nei primi due giorni di marzo.

 

Sono le scommesse rialziste, ovviamente, che creano una scarsità artificiale di petrolio e spingono il prezzo del petrolio sempre più in alto.

 

Invece di agire sulla base di tali prove, i governi europei accusano la Russia e «la guerra in Ucraina» per l’aumento dei prezzi dell’energia, con l’intenzione di stabilire un colpevole per la brutale austerità che intendono imporre alla popolazione.

 

L’idea che la Russia abbia agito in questi mesi di tensione diminuendo le forniture di energia e che quindi sia da accusare dei rialzi è pura, infamepropaganda.

 

La realtà è che, come ammesso lo scorso 6 febbraio perfino dal giornale di Confindustria, Il Sole 24 ore, «la Russia nel 2021 ha accresciuto l’invio di metano verso l’Italia, contrariamente ai luoghi comuni che parlano di tagli alle forniture. È chiaro; sono medie annuali che nascondono le oscillazioni. Ma la Gazprom ha sempre assicurato le forniture a prezzo concordato dai contratti di lunga durata» scrive il quotidiano economico milanese.

 

Lo ha ripetuto il presidente russo Vladimir Vladimirovic Putin in queste settimane: perfino durante le fasi più intricate della guerra fredda, la Russia ha sempre tenuto fede ai suoi impegni con il mercato europeo dell’energia.

 

Pare che Italia e Germania abbiano introdotto nel bando della Russia dal codice interbancario SWIFT una gabola per cui le banche interessate all’acquisto di combustibili possono continuare a lavorare come prima.

 

L’Unione Europea acquista dalla Russia circa 800 milioni di euro di gas al giorno.

 

 

 

 

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