Pedofilia
«La scienza dice che la pedofilia è determinata già nel ventre materno»: giornale USA poi rimuove il tweet
La testata americana USA Today ha cancellato frettolosamente una serie di tweet dopo che alcuni utenti si erano scandalizzati e avevano cominciato a sostenere che equivalevano alla «normalizzazione della pedofilia». Lo riporta Summit News.
Il giornale aveva citato «la scienza» per affermare che la pedofilia era «determinata nel grembo materno».
L’11 gennaio l’account Twitter USA Today Life aveva scritto: «negli ultimi decenni la scienza sulla pedofilia è migliorata. Una delle scoperte più significative è che la pedofilia è probabilmente determinata nel ventre materno, anche se fattori ambientali possono influenzare se qualcuno agisca nell’impulso di abusare».
LOL. Really? https://t.co/toNqoIqysA pic.twitter.com/QnuFeQGyyn
— Paul Joseph Watson (@PrisonPlanet) January 11, 2022
Nel giro di poche ore, tuttavia, l’intero thread del tweet è stato rimosso ed è apparso un nuovo tweet pubblicato che diceva: «un thread precedente non includeva tutte le informazioni e la storia di cui era stata scritta è dietro un paywall. Abbiamo deciso di eliminare il thread».
In rete, tuttavia, ora circolano degli screenshot del tweet con link all’articolo intitolato «Cosa la gente continua a non capire della pedofilia».
Thats ok pic.twitter.com/HuVsLxp44T
— Katharina (@8__star__8) January 11, 2022
«Gli scienziati che studiano il disturbo dicono che c’è un consenso crescente riguardo al fatto che la pedofilia è determinata nel ventre materno» recita il sommario dell’articolo. Si prega di notare l’uso della parola «disturbo» («disorder») invece che «illness», «disease», cioè malattia.
«Il thread e l’articolo originali discutevano di come ci fosse un “malinteso” su cosa sia un pedofilo e che “non tutti i pedofili abusano dei bambini”. Il thread simpatizzava con i pedoni sollevandoli dalla responsabilità delle loro azioni» scrive Summit News.
«I pedofili potrebbero non avere il controllo sul fatto di essere attratti dai bambini», diceva il tweet originale, che richiedeva più cure e «terapie».
«Le prove suggeriscono che è innato, neurologico», secondo il «ricercatore sessuale» ed «esperto di pedofilia» James Canton.
La normalizzazione della pedofilia è un processo che va avanti da diversi anni.
Nel 2014 si tenne all’Università di Cambridge (2014) conferenza scientifica che stabilì che «l’interesse pedofilo è naturale e normale per il maschio umano».
La stampa internazionale ha spesso rilanciato l’idea della pedofilia come «disturbo» non necessariamente criminale. Nell’ottobre 2014 il massimo quotidiano del pianeta, il New York Times, pubblicò un articolo intitolato «Pedophilia: A Disorder, Not a Crime» («La pedofilia: un disturbo, non un crimine»).
L’autrice dell’articolo scrive dell’«idea sbagliata che la pedofilia sia la stessa cosa delle molestie su minori. Si può convivere con la pedofilia e non agire di conseguenza. Siti come Virtuous Pedophiles forniscono supporto ai pedofili che non molestano i bambini e credono che il sesso con i bambini sia sbagliato. Non è che questi individui siano pedofili “inattivi” o “non praticanti”, ma piuttosto che la pedofilia è uno status e non un atto. In effetti, la ricerca mostra che circa la metà di tutti i molestatori di bambini non sono sessualmente attratti dalle loro vittime».
«Un secondo malinteso è che la pedofilia sia una scelta» scrive l’autrice, una professoressa di diritto presso una prestigiosa Law School del New Jersey.
Un eco di questo ragionamento si è avuto anche in Italia con un articolo pubblicato nel 2015 sull’Huffington Post «Sono un pedofilo, ma non un mostro», che riportava la lettera di un pedofilo al sito americano Salon.com, dove si esponevano le difficoltà dell’essere pedofilo: «dopo il college, il fatto di doversi confrontare con il mondo reale e magari trovare una ragazza e sposarla ha avuto l’effetto di farlo cadere in una forte depressione, durante la quale ha anche contemplato l’ipotesi del suicidio».
«Per favore, siate comprensivi. È tutto ciò che vi chiediamo. Trattateci come persone con un enorme handicap, non come mostri. Se siamo al mondo senza fare del male a nessuno, abbiamo solo bisogno del vostro aiuto. Ascoltare me è stato un inizio» scrive il virgolettato finale del pedofilo.
Nel 2018, una conferenza TED Talk in Germania, tolta dalla rete e spesso ricaricata da alcuni utenti, destò scandalo perché la speaker sosteneva che la pedofilia non era una scelta, ma un tratto immutabile della persona.
«Fatemi essere molto chiara su questo punto. Abusare dei bambini è senza dubbio alcuno sbagliato. Ma un pedofilo che non abusa dei bambini non ha fatto nulla di sbagliato (…) Secondo la ricerca attuale, la pedofilia è un orientamento sessuale immutabile, proprio come per esempio l’eterosessualità. Nessuno sceglie di essere un pedofilo. Nessuno può smettere di essere un pedofilo».
Come stiamo vedendo, l’idea della pedofilia da normalizzare – quantomeno, a questo livello, come «disturbo» – non accenna a spegnersi. Anzi.
Per chi volesse capire come funziona un processo di normalizzazione, consigliamo di apprendere la struttura della Finestra di Overton, le diverse fasi in cui qualsiasi idea può diventare legge: impensabile, radicale, accettabile, sensibile, popolare, legale.
Nella fase dall’impensabile al radicale, vi è spesso l’appello alla scienza («mangiare gli esseri umani è sbagliato, ma studi antropologici hanno dimostrato che alcune popolazione della Nuova Guinea… etc.») che può poi continuare anche nelle fasi successive.
Al lettore lasciamo di indicare in quale fase di overtonizzazione ci troviamo ora con la pedofilia.