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La Russia vuole Londra e Parigi ai colloqui nucleari

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Alti funzionari statunitensi e russi si sono incontrati recentemente a Ginevra per discutere del controllo degli armamenti; Mosca ha però affermato che anche il Regno Unito e la Francia dovrebbero essere coinvolti nei colloqui sul nucleari in quanto Washington vuole che la Cina vi partecipi.

 

Gli americani hanno espresso più volte il desiderio di coinvolgere la Cina nei trattati sul controllo degli armamenti, ma l’arsenale nucleare di Pechino è esponenzialmente minore a quello che Washington e Mosca possiedono.

 

Le stime attuali collocano l’arsenale cinese intorno alle 350 testate, in aumento rispetto allo scorso anno,  mentre Stati Uniti e Russia ne hanno circa 6.000 ciascuno.

 

La risposta della Russia alle richieste degli Stati Uniti alla Cina di partecipare al controllo degli armamenti è che anche il Regno Unito e la Francia dovrebbero essere coinvolti poiché vantano arsenali simili.

La risposta della Russia alle richieste degli Stati Uniti alla Cina di partecipare al controllo degli armamenti è che anche il Regno Unito e la Francia dovrebbero essere coinvolti poiché vantano arsenali simili

 

Le stime indicano che l’arsenale della Francia è di 290 testate e quello del Regno Unito di 215, di fatto quasi quanto quello cinese. 

 

All’inizio di quest’anno, i britannici hanno annunciato che stanno aumentando le loro scorte e fissando il limite massimo di testate nucleari a 260, dall’attuale limite di 180.

 

«Questa domanda ha assunto particolare rilevanza alla luce della recente decisione di Londra di aumentare il livello massimo di testate nucleari del 40%, portandole a 260 unità», ha affermato l’ambasciatore russo negli Stati Uniti, Anatoly Antonov, discutendo l’idea di colloqui più ampi sul controllo degli armamenti.

 

Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha descritto questi colloqui come «professionali e sostanziali». Non sono state fatte scoperte, ma le due parti hanno concordato di continuare un dialogo sul controllo degli armamenti.

 

Come riportato in questi mesi da Renovatio 21, la deterrenza tra superpotenze militari si sta spostando su versanti diversi dal nucleare classico: sulla scena ora si sta facendo largo le armi ipersoniche, ma ragionamenti di brinkmanship (la pratica di pressione psicologica tipica della guerra fredda) vengono fatti anche per l’Intelligenza Artificiale militare nonché, anche se sempre più sottovoce, sulle armi biologiche.

 

C’è poi il ramo più oscuro di tutti, quello della guerra cibernetica – un territorio buio dove la deterrenza non sembra essere possibile.

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