Alimentazione

La Russia tagliata fuori dagli orsetti gommosi

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Secondo quanto riferito, l’azienda di dolciumi tedesca Haribo, celebre produttrice delle gommose leccornie a forma di orsetto, ha annunciato l’intenzione di sospendere le forniture alla Russia. Lo riporta la testata russa bannata in Occidente RT.

 

Gli orsetti gommosi sono consumati a livello internazionale da un secolo esatto, cioè da quando furono inventati nel 1922 da Hans Riegl, fondatore della Haribo.

 

L’azienda dolciaria sostiene che le sue recenti difficoltà economiche sono state gravemente aggravate dal conflitto militare tra Mosca e Kiev.

 

«Un ambiente economico già difficile» in Russia sarebbe stato recentemente esacerbato dal conflitto Russia-Ucraina, con l’aumento vertiginoso dei prezzi dei prodotti primari, il cambiamento delle catene di approvvigionamento e l’aumento dei prezzi per la logistica, secondo un messaggio inviato dall’azienda alle catene di vendita al dettaglio citato dal quotidiano economico russo Kommersant.

 

«Il management dell’azienda ha deciso di sospendere la produzione per il mercato russo fino a nuovo avviso», si legge nel messaggio, firmato dall’amministratore delegato di Haribo Walter Nikolaus.

 

Allo stesso tempo, la società ha affermato che la decisione non significa che Haribo stia annunciando tempi di inattività o lasci il mercato per sempre.

 

«Nelle circostanze attuali, Haribo, in quanto azienda a conduzione familiare, deve tutelare gli interessi commerciali dell’azienda e, pertanto, deve sospendere le sue attività per un po’ e determinare il percorso in cui andranno oltre gli affari in Russia» si legge nel documento che è stato inviato venerdì.

 

Si tratta forse della sanzione più tremenda piovuta sulla Russia: esclusa dallo SWIFT e dalla commercio globale, derubata di 300 miliardi in riserve estere (grazie, Mario Draghi), tagliata fuori da collegamenti con il resto del mondo… ma questa degli orsetti gommosi non è per i russi una privazione tollerabile.

 

Gli orsetti, ricordiamo, rappresentano il simbolo stesso della Russia – chi non ricorda l’orsetto Misha, indimenticabile mascotte delle Olimpiadi moscovite?

 

Il popolo russo è colpito nella sua dimensione alimentare e pure simbolica. Vivere senza gummy bears, no, non si può, neanche se si ha la scorza dei russi, quella che conosciamo e amiamo nei romanzi di Leone Tolstoj e Teodoro Dostoevskij, o nei vecchi video di Vladimiro Zhirinovskij (pace all’anima sua).

 

È quindi facile pensare che i russi, pressati dalla carestia di dolci plantigradi gelatinosi, cercheranno subito la pace anche senza negoziato alcuno, sbaraccheranno tutta l’Operatsija Z, riempiranno di caramelle Zelens’kyj e il battaglione Azov, con tante scuse per il disturbo.

 

Come riportato da Renovatio 21, gli orsetti di gelatino non sono gli unici bersagli della guerra mondiale contro la Russia. Abbiamo visto, in questi mesi, l’eccezionale caso dei gatti russi esclusi dalle competizioni feline, nonché la cancellazione perfino degli alberi russi, nonostante magari vantino un impressionante pedigree letterario.

 

Nel frattempo, nel resto del mondo più che in Russia, non mancheranno gli orsetti di gomma, ma il pane.

 

La fame sta tornando. Noi qui aspettiamo che una Maria Antonietta NATO (dalla Casa Bianca, da Bruxelles, da Botteghe Oscure, dalla tana del drago) ci dica «mangiate orsetti di gomma!»

 

 

 

 

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