Economia

La Russia contro criptovalute e riciclaggio

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La Russia sta metodicamente passando al setaccio su tutti gli aspetti della sua economia e del suo sistema finanziario, per prepararsi alla guerra economica lanciatale contro dall’Occidente per tramite delle continue sanzioni.

 

L’ultimo di questi passaggi è stato discusso ieri in un incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e il direttore del Servizio federale per il monitoraggio finanziario Yury Chikhanchin. La conversazione è riportata sul sito ufficiale del Cremlino.

 

Putin ha iniziato l’incontro affermando: «Signor Chikhanchin, di solito ascoltiamo la parte principale del tuo rapporto a porte chiuse, ma so che lei vuole iniziare con i vostri sforzi per contrastare il riciclaggio di denaro».

 

Chikhanchin ha quindi passato in rassegna il difficile compito di «sviluppare il servizio antiriciclaggio nelle nuove condizioni», soprattutto a livello internazionale, nell’ambito della Financial Action Task Force (GAFI) di cui la Russia è membro, ma «alcuni Stati stanno cercando di escludere la Russia dal GAFI».

 

Il presidente Putin si è chiesto ad alta voce: «Come faranno a combattere il riciclaggio di denaro in una situazione del genere? Senza la nostra partecipazione?»

 

Chikhanchin ha risposto: «Questo è quello che stiamo dicendo loro: distruggerete l’intero sistema… Anche alcuni Paesi del gruppo Egmont, che unisce i servizi di Intelligence finanziaria di quasi 180 stati, sono cercando di disconnetterci dai canali di comunicazione».

 

Il direttore del Servizio federale per il monitoraggio finanziario ha riferito che «le operazioni con i Paesi ostili sono precipitate di circa l’80%; mentre le attività congiunte con i Paesi del sud-est asiatico, del mondo arabo e dell’Asia centrale sono triplicate. La Russia continua a lavorare a stretto contatto con l’ONU, la SCO, i BRICS e altri gruppi».

 

Il Chikhanchin ha quindi preso di mira in particolare la questione delle criptovalute:

 

«Vorrei spendere due parole sul trading di criptovalute, che, purtroppo, continua senza sosta. Diverse centinaia di migliaia di cittadini russi partecipano a transazioni su due borse con un fatturato stimato in decine di miliardi. Possiamo vedere che c’è di più oltre alle transazioni e alle transazioni speculative e che coinvolge anche il traffico di droga, il finanziamento del terrorismo e dell’estremismo, la criminalità informatica, etc.»

 

Come riportato da Renovatio 21, la Russia da mesi sta perseguendo una politica ostile al Bitcoin e agli scambi cripto. Altri Paesi del BRICS, come India e Cina, stanno seguendo con la medesima animosità contro il sistema delle criptovalute, accusate di essere uno schema Ponzi che minaccia la sovranità finanziaria di un Paese.

 

Le criptovalute, crollate di recente, costituivano una bolla maggiore a quella dei mutui subprime nel 2007-2008.

 

 

 

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