Essere genitori

La rabbia dei bambini in quarantena. Un genitore ci scrive

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Renovatio 21 ha ricevuto un altro racconto da un genitore che riflette sulla difficoltà – sulla follia – della mutevole lex pandemica applicata ai bambini, che dai continui tamponi ai green pass infantili stanno invadendo le loro vite.

 

«Come famiglia è dal 31 gennaio che siamo in isolamento-quarantena-DAD» scrive il padre di famiglia.

 

In molti conoscono la situazione. In molti, grandi e piccini, sentono una sensazione di orrore impadronirsi del loro essere quando sentono l’acronimo maledetto: DAD.

 

«Io sono risultato positivo quel giorno, mia moglie il giorno successivo. Io asintomatico, mia moglie con quella che potremmo definire una blanda influenza».

 

«Purtroppo quando noi genitori ci siamo negativizzati la mano è passata ai bambini: al tampone per il rientro a scuola è risultato positivo il maggiore, con conseguente prosecuzione dell’isolamento per i bambini (noi grandi, guariti, possiamo muoverci dotati di FFP2)».

 

Il contagio multiplo, che procede in famiglia per via lineare, rendendo ancora più lunga la pena degli arresti domiciliari, è altresì un altro fenomeno che le famiglia hanno cominciato a conoscere e a vivere con estremo fastidio, se non dolore.

 

Tuttavia, quello che ci colpisce della lettere del nostro lettore è l’attenzione posta sulle reazioni dei bambini.

 

«Alla notizia della positività del fratello, il più piccolo ha avuto un moto di rabbia».

 

La carica di novità della DAD – questo ibrido mai visto di casa e scuola – è esaurita. Ora i bambini hanno capito la situazione agghiacciante in cui loro malgrado si ritrovano. Con l’aggiunta del fatto, sul cui danno di sviluppo nessuno ha ancora riflettuto, che stanno vedendo i loro genitori impotenti davanti ad un sopruso che sentono di subire.

 

«Quello più attivo tra i nostri figli, e nonostante la tenera età ha ormai abbastanza esperienza di quarantene e DAD per capire subito che la libertà gli era di nuovo tolta per almeno 10 giorni – ripeto, dal 31 gennaio, almeno fino al 25 febbraio» scrive il lettore, amareggiato e forse adirato.

 

I bambini ci guardano, altroché. I bambini hanno capito.

 

Oramai, non abbiamo più scuse. Dobbiamo raccontare loro qualcosa, tentare di spiegare.

 

Ma come?

 

Cosa?

 

La domanda, che si stanno ponendo tante mamme e tanti papà, resta ancora senza risposta…

 

Nel frattempo, il Garante per l’Infanzia invita ad accontentare con dosi di mRNAquei bambini esclusi dalle attività che chiedono ai genitori di vaccinarsi. Dovranno comunque portare la mascherina però: non importa se qualcuno sostiene che sia per loro dannoso. E non importa se gli studi oramai certificano i ritardi cognitivi causati dalla copertura dei volti, come l’aumento vertiginoso di bimbi che devono ricorrere al logopedista.

 

Non importano casi di infiammazione cardiaca fra i bambini vaccinati. Non importa che oramai si riconosca da più parte che l’impatto del lockdown sui bambini è stato qualcosa di schiacciante, ancora tutto da calcolare.

 

I vostri bambini oggi saranno pure privati di diritti e della libertà, ma possono usare piattaforme di crowdfunding per raccogliere il danaro necessario a cambiare sesso.

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