Geopolitica

La premier estone non si dimette nonostante gli affari russi del marito

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La premier estone Kaja Kallas ha chiarito che non lascerà volontariamente il suo posto, nonostante un grave scandalo che ha coinvolto suo marito scoppiato all’inizio di questa settimana. I media hanno riferito che la sua azienda di logistica ha continuato ad operare in Russia dopo lo scoppio del conflitto tra Kiev e Mosca lo scorso febbraio.

 

Considerata, come molti politici nei Paesi baltici, un falco anti-russo, la stessa Kallas aveva pubblicamente insistito sul fatto che «tutti gli affari con la Russia devono cessare» finché i combattimenti continuano.

 

In un’intervista rilasciata venerdì ai media estoni, il primo ministro ha dichiarato: «non ho intenzione di dimettermi; ho servito e continuerò a servire come primo ministro per la libertà dell’Ucraina e dell’Estonia».

 

Il Primo Ministro ha inoltre affermato che, poiché lei e il coniuge non parlano mai di affari a casa, lei non è realmente al corrente delle operazioni della sua azienda.

 

Lo stesso giorno, suo marito, Arvo Hallik, ha annunciato di aver deciso di vendere «immediatamente» tutte le sue azioni della Stark Logistics, di dimettersi dal consiglio di amministrazione della società e di lasciare tutti gli incarichi ricoperti all’interno dell’azienda.

 

Hallik ha chiarito che la società «stava effettuando servizi di trasporto dall’Estonia alla Russia per il nostro cliente AS Metaprint», perché lui e i suoi colleghi «credevano che stessimo facendo la cosa giusta, aiutando le persone giuste e salvando una buona azienda estone».

 

Nel frattempo, secondo l’ultimo sondaggio d’opinione, circa il 57% degli estoni vorrebbe le dimissioni del primo ministro Kallas, riporta RT.

 

Le attività dell’azienda del marito Hallik, che teoricamente potrebbero qualificarsi come una violazione delle sanzioni dell’UE contro la Russia, sono state portate alla luce mercoledì dall’emittente estone ERR. Parlando ai giornalisti, l’amministratore delegato di Stark Logistics ha riconosciuto che mentre la maggior parte delle sue attività erano state reindirizzate in Polonia e Scandinavia, alcune erano ancora condotte in Russia anche dopo il 24 febbraio 2022.

 

Come riportato da Renovatio 21, anche il governo della limitrofa Lettonia ha subito qualche intoppo, ed è caduto la scorsa settimana.

 

Attualmente l’Estonia è fra i porti europei dove sono stivati 200.000 tonnellate di fertilizzante russo che gli Stati africani chiedono di liberare per la loro agricoltura.

 

I costi accumulati per aiutare l’Ucraina hanno superato il 2% del PIL del Paese.

 

 

 

 

 

Immagine di FinnishGovernment via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)

 

 

 

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