Geopolitica
La Polonia minaccia di arrestare Netanyahu ad Auschwitz
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu verrebbe arrestato se partecipasse alle cerimonie del mese prossimo per celebrare l’80° anniversario della liberazione di Auschwitz in Polonia, ha dichiarato venerdì al quotidiano Rzeczpospolita il vice ministro degli Esteri del paese dell’UE, Wladyslaw Bartoszewski.
Il massimo diplomatico di Varsavia ha dichiarato che la Polonia, in quanto firmataria dello Statuto di Roma, è tenuta a rispettare le direttive della Corte penale internazionale (CPI). A novembre, la CPI ha emesso mandati di arresto per Netanyahu e l’ex ministro della difesa israeliano Yoav Gallant, citando presunti crimini di guerra correlati al conflitto in corso a Gaza.
La corte ha accusato Netanyahu e Gallant di aver usato la fame come metodo di guerra, sostenendo di aver deliberatamente privato i civili di Gaza di cibo, acqua e medicine. Non c’era «nessuna evidente necessità militare» per tali azioni, che equivalgono a violazioni del diritto internazionale, secondo i procuratori.
Il ministro dell’Istruzione israeliano Yoav Kisch dovrebbe essere l’unico rappresentante del governo alla commemorazione di Auschwitz, riporta il Jerusalem Post. La partecipazione del presidente Isaac Herzog «sembra improbabile».
Sebbene tutti i 27 stati membri dell’Unione Europea siano parti dello Statuto di Roma e quindi tenuti a far rispettare i mandati di arresto della CPI, le risposte alla decisione della corte sono state varie. Il premier ungherese Viktor Orban ha invitato apertamente Netanyahu a far visita, assicurandogli che l’Ungheria non avrebbe fatto rispettare il mandato di arresto.
Al contrario, Paesi come Spagna, Paesi Bassi, Belgio, Irlanda, Lituania e Slovenia hanno manifestato la loro intenzione di conformarsi alle direttive della CPI, indipendentemente dall’immunità diplomatica.
Inizialmente la Francia aveva espresso la sua intenzione di aderire al mandato di arresto, ma in seguito ha fatto riferimento alle tutele dell’immunità diplomatica per Netanyahu.
Le azioni della CPI hanno suscitato forti reazioni da parte dei funzionari israeliani. Bengiamino Netanyahu ha paragonato i mandati di arresto a un «moderno caso Dreyfus», affermando che sono motivati politicamente.
Per anni vi sono state tensioni tra Polonia e Israele riguardo ai viaggi di studenti e cittadini ad Auschwitz.
In un episodio, che causò ulteriori problemi nel rapporto tra Varsavia e Tel Aviv, un ufficiale dell’esercito dello Stato Ebraico alzò sul sito del campo di concentramento un cartello che scriveva, in polacco, «anche voi avete partecipato». Israele, in seguito a polemiche che avevano coinvolto anche i Parlamenti, aveva cancellato l’intero programma di visite studentesche a Auschwitz.
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Come riportato da Renovatio 21, a dicembre 2023 il capo di un consiglio comunale nel nord di Israele ha dichiarato pubblicamente che Striscia di Gaza dovrebbe essere completamente rasa al suolo e trasformata in un museo vuoto come il campo di concentramento di Auschwitz in Polonia, scoraggiando i palestinesi dal provare a viverci di nuovo.
«Dovrebbe essere istituita una striscia di sicurezza dal mare alla recinzione di confine di Gaza, completamente vuota, per ricordare ciò che c’era una volta», ha detto il capo del consiglio di Metula, David Azoulai, in un’intervista alla Radio 103FM di Tel Aviv. «Dovrebbe assomigliare al campo di concentramento di Auschwitz».
Vertiginosi, abissali, tragici pensieri sorgono su corsi e ricorsi storici, allievi e maestri, abusatori ed abusati.
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Immagine di World Economic Forum via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 2.0 Generic