Contraccezione

La pillola del giorno dopo è aborto

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«Pillola del giorno dopo», «pillola dei 5 giorni dopo» spirale, RU 486, sono metodi squisitamente abortivi che l’antilingua preferisce designare come «contragestativi». Nulla hanno a che fare, a differenza di ciò che dicono Istituzioni e giornali, con una «contraccezione di emergenza».

 

In particolare, la cosiddetta «pillola del giorno dopo» definita anche «contraccettivo postcoitale», è in realtà un vero e proprio abortivo costituito da una dose «bomba» di estrogeno (generalmente dietilstilbestrolo) da somministrarsi per 5 giorni a partire da 72 ore dopo un rapporto sessuale «a rischio» (di gravidanza già iniziata, ovviamente).

 

La cosiddetta «pillola del giorno dopo» definita anche «contraccettivo postcoitale», è in realtà un vero e proprio abortivo

La pillola del giorno dopo svolge la sua azione distruttiva mediante una triplice azione abortiva: antiannidatoria (alterazioni endometriali), luteolitica (carenza di progesterone), e sulla motilità tubarica.

 

È rilevante il fatto che i fautori della legge abortista italiana 194/78 sono soliti rivendicare una asserita diminuzione degli aborti nel nostro Paese, ascrivendone il merito alla legge stessa. Ciò rileverebbe, a loro dire, dalle annuali relazioni al Parlamento da parte del Ministro della Sanità (ex art.16 L.194/78).

 

Va osservato che tale computo non comprende (oltre naturalmente al numero degli aborti «clandestini»), nemmeno quello riferibile alla cosiddetta «contraccezione», alla cosiddetta «contragestazione» (spirale e RU 486), ed alla cosidetta «contraccezione di emergenza o postcoitale» («pillola del giorno dopo», «pulizia» o «induzione mestruale»): pratica diffusa, quest’ultima, in Italia, sia nei pronti soccorsi dei presidi ospedalieri sia in sede ambulatoriale, stando almeno all’insospettabile studio «Pianificazione familiare» edito nel giugno 1991, patrocinato dalla Federazione Internazionale dei Medici Ostetrici e Ginecologi.

La pillola del giorno dopo svolge la sua azione distruttiva mediante una triplice azione abortiva: antiannidatoria (alterazioni endometriali), luteolitica (carenza di progesterone), e sulla motilità tubarica.

 

Non sono mancati, già dagli anni Novanta, i titoli di giornale che tendevano alla normalizzazione del farmaco cripto-abortivo:

 

«L’ONU: pillola del giorno dopo distribuita dall’ONU alle donne stuprate del Kosovo»: notizia pubblicata venerdì 9 aprile 1999 da quasi tutti i quotidiani.

 

Martedì 13 aprile 1999 sul Tempo (riferita poi dall’agenzia ADN-Kronos e ripresa dal Giornale), sotto il titolo «Il teologo: sì alla pillola dopo lo stupro», l’opinione del «teologo» vaticanosecondista Battista Mondin: «Nel caso degli stupri etnici, la Chiesa non può non ammettere nella sua misericordia – “ad mala majora vitanda” – l’uso della c.d. pillola del giorno dopo».

 

 

Dottor Luca Poli

Medico

 

 

 

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