Epidemie

La ONG che operava al laboratorio di Wuhan ha appena ricevuto 3 milioni di dollari dal ministero della Difesa USA

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Poche settimane fa il Dipartimento della Difesa (DoD) ha assegnato una sovvenzione di 3 milioni di dollari a EcoHealth Alliance, l’ONG con sede a New York che è stata utilizzata per incanalare milioni del contribuente statunitense verso l’Istituto di Virologia di Wuhan, dove si lavorava per rendere più contagiosi e trasmissibili per gli esseri umani i coronavirus dei pipistrelli utilizzando tecniche di manipolazione genetica Gain of Function. Lo riporta il sito americano Just The News.

 

 

La sovvenzione è stata assegnata come parte di un programma del ministero della Difesa americano relativo al contrasto alle armi di distruzione di massa, come notato dal celebre virologo dell’Università Rutgers Richard H. Ebright.

 

 

Quest’ultima sovvenzione del DoD è ufficialmente pensata per «ridurre la minaccia di spillover virale dalla fauna selvatica nelle Filippine».

 

Nel 2014, l’amministrazione Obama ha temporaneamente sospeso i finanziamenti federali per la ricerca sul guadagno di funzione nella manipolazione del COVID dei pipistrelli per renderli più trasmissibili agli esseri umani. Quattro mesi prima di tale decisione, il NIH (l’ente sanitario pubblico USA) ha effettivamente spostato questa ricerca dall’Istituto di Virologia di Wuhan a EcoHealth Alliance, l’ONG scientifica guidata dall’inglese di origini ucraine Peter Daszak.

 

In particolare, L’Istituto di Virologia di Wuhano «ha partecipato apertamente alla ricerca sul guadagno di funzione in collaborazione con università e istituzioni statunitensi» per anni sotto la guida del Dr. Shi Zhengli, detta «Batwoman», il Washington Post.

 

Una volta scoppiata l’epidemia di SARS-CoV-2 nella stessa città in cui gli esperimenti sino-americani stavano manipolando il coronavirus del chirottero, la prestigiosa rivista scientifica The Lancet aveva pubblicato una tirata di Daszak firmata da oltre due dozzine di scienziati, che insisteva sul fatto che il virus potesse provenire solo da uno spillover tra specie, quindi fosse un evento naturale, e che quindi provenisse probabilmente dal locale mercato degli animali vivi, e che gli scienziati  dovevano «unirsi per condannare fermamente le teorie del complotto che suggeriscono che il COVID-19 non ha un’origine naturale».

 

Solo in seguito Lancet avrebbe notato i conflitti di interesse di Daszak.

 

Nel frattempo, come abbiamo notato alla fine dell’anno scorso, un rapporto provvisorio del Comitato del Senato USA per l’educazione sanitaria, il lavoro e le pensioni del 27 ottobre 2022 intitolato «An Analysis of the Origins of the COVID-19 Pandemic» concludeva che le origini di Covid erano più probabilmente basate su un laboratorio come parte di un «incidente correlato alla ricerca». Il virus quindi non aveva origine zoonotica, cioè non proveniva dalla fauna.

 

Il rapporto è stato il risultato di uno «sforzo di supervisione del Comitato bipartisan per la salute, l’istruzione, il lavoro e le pensioni (HELP) sulle origini della SARS-CoV-2». Forniva una lunga analisi che passa in rassegna «informazioni open source disponibili al pubblico per esaminare le due teorie prevalenti sull’origine del virus SARS-CoV-2».

 

Tra le altre conclusioni, il rapporto osservava: «prove sostanziali suggeriscono che la pandemia di COVID-19 sia stata il risultato di un incidente correlato alla ricerca associato a un laboratorio a Wuhan, in Cina», afferma il rapporto.

 

In una sezione intitolata «Problemi con l’ipotesi zoonotica naturale», il rapporto affermava:

 

«Sulla base del precedente e della genomica, lo scenario più probabile per un’origine zoonotica della pandemia di COVID-19 è che SARS-CoV-2 abbia attraversato la barriera delle specie da un ospite intermedio all’uomo. Tuttavia, le prove disponibili sono anche coerenti, forse di più, con uno spillover diretto da pipistrello a umano. Entrambi gli scenari rimangono plausibili e, in assenza di ulteriori informazioni, dovrebbero essere considerati ipotesi ugualmente valide».

 

«Tuttavia, quasi tre anni dopo l’inizio della pandemia di COVID-19, mancano prove critiche che dimostrerebbero che l’emergenza di SARS-CoV-2 e la conseguente pandemia di COVID-19 sono state causate da uno spillover zoonotico naturale».

 

«Tali lacune includono l’incapacità di identificare il serbatoio dell’ospite originale, l’incapacità di identificare una specie ospite intermedia candidata e la mancanza di prove sierologiche o epidemiologiche che mostrino la trasmissione dagli animali all’uomo, tra le altre descritte in questo rapporto», afferma il rapporto.

 

«A causa di queste lacune probatorie, è difficile trattare la teoria dello spillover zoonotico naturale come la presunta origine della pandemia di COVID-19».

 

Quindi, nella conclusione del rapporto, afferma:

 

«Sulla base dell’analisi delle informazioni pubblicamente disponibili, sembra ragionevole concludere che la pandemia di COVID-19 sia stata, molto probabilmente, il risultato di un incidente correlato alla ricerca. Nuove informazioni, rese pubblicamente disponibili e verificabili in modo indipendente, potrebbero modificare questa valutazione. Tuttavia, l’ipotesi di un’origine zoonotica naturale non merita più il beneficio del dubbio, né la presunzione di esattezza».

 

Il rapporto è stato firmato dal senatore Richard Burr della Commissione del Senato degli Stati Uniti per la salute, l’istruzione, il lavoro e le pensioni.

 

Come riportato da Renovatio 21, il capo di EcoHealth Alliance Peter Daszak fu bizzarramente anche nel team di ricerca dell’OMS che visitò la Cina nel 2020 allo scopo di capire di più sulle origini del coronavirus. Alla squadra internazionale fu permesso di entrare in territorio cinese solo dopo un lungo braccio di ferro sui nomi dei ricercatori: il nome di Daszak, con immane conflitto di interesse alle spalle, parrebbe essere stato gradito alla Cina. Il team visitò anche l’Istituto di Virologia di Wuhano, dove il Daszakko aveva già lavorato con la dottoressa Batwoman, ma stette circa tre ore, e basta.

 

Mesi dopo il capo degli investigatori OMS ammise sostanzialmente che la Cina aveva ordinato cosa scrivere nel rapporto.

 

È emerso in seguito che i programmi di manipolazione genetica dei patogeni di Wuhan avevano chiesto milioni di dollari anche alla DARPA, ente di ricerca e Sviluppo del Pentagono, che declinò la richiesta.

 

Sulla possibilità che il virus possa essere un’arma biologica facente parte di un’ampia storia di armamento biologico della Repubblica Popolare Cinese, vi sono varie opinioni, anche piuttosto estreme.

 

Come ha avuto da dire recentemente Elon Musk riguardo al caso di Fauci, la tecnologia Gain of Function «dovrebbe essere chiamata ricerca sulle armi biologiche, poiché la sua funzione è la morte».

 

 

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