Geopolitica

La Nuland conferma che l’Occidente ha chiesto a Zelensky di abbandonare l’accordo di pace

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Gli Stati Uniti, il Regno Unito e altri sostenitori dell’Ucraina hanno chiesto a Kiev di respingere l’accordo raggiunto durante i colloqui di pace di Istanbul del 2022 con la Russia, ha affermato l’ex sottosegretario di Stato statunitense Victoria Nuland.

 

In un’intervista con il giornalista russo Mikhail Zygar, ex caporedattore del canale di informazione liberale Dozhd, andata in onda giovedì, alla Nuland è stato chiesto di commentare le notizie secondo cui il processo di pace tra Mosca e Kiev tra fine marzo e inizio aprile 2022 sarebbe crollato dopo che l’allora primo ministro britannico Boris Johnson si sarebbe recato in Ucraina e avrebbe detto a Volodymyr Zelensky di continuare a combattere.

 

«Relativamente tardi nel gioco gli ucraini hanno iniziato a chiedere consiglio su dove stesse andando questa cosa ed è diventato chiaro a noi, chiaro ai britannici, chiaro ad altri che la condizione principale di Putin era sepolta in un allegato a questo documento su cui stavano lavorando», ha detto dell’accordo discusso dalle delegazioni russa e ucraina nella città più grande della Turchia.

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L’accordo proposto includeva limiti al tipo di armi che Kiev poteva possedere, in conseguenza dei quali l’Ucraina «sarebbe stata sostanzialmente neutralizzata come forza militare», mentre non c’erano limitazioni simili per la Russia, ha spiegato l’ex diplomatico.

 

«Le persone all’interno e all’esterno dell’Ucraina hanno iniziato a chiedersi se si trattasse di un buon affare ed è stato a quel punto che è crollato», ha detto Nuland.

 

La veterana falca diplomatica, che durante il suo periodo al Dipartimento di Stato era nota per la sua ostilità verso la Russia, ha lasciato l’incarico di sottosegretario di Stato per gli affari politici a marzo di quest’anno. Nuland ha avuto un ruolo chiave nel violento colpo di stato sostenuto dall’Occidente a Kiev nel 2014, che ha rovesciato il presidente democraticamente eletto dell’Ucraina, Viktor Yanukovich.

 

Durante l’escalation tra Mosca e Kiev nel febbraio 2022, ha chiesto un maggiore coinvolgimento degli Stati Uniti nel conflitto e ha sostenuto che l’Ucraina fosse dotata di armi sempre più sofisticate. Tuttavia, a febbraio, la 63enne ha sostanzialmente riconosciuto il fallimento della sua politica di lunga data di contenimento di Mosca, dicendo alla CNN che la Russia moderna si era rivelata «non la Russia che volevamo».

 

Durante la conversazione con Zygar, Nuland ha confermato che sia Mosca che Kiev erano ansiose di cercare una soluzione diplomatica un mese dopo lo scoppio dei combattimenti.

 

«La Russia aveva interesse a quel tempo almeno a vedere cosa poteva ottenere. L’Ucraina, ovviamente, aveva interesse a fermare la guerra e a far uscire la Russia», ha detto.

 

I funzionari statunitensi «non erano presenti» durante i colloqui di Istanbul, offrendo a Kiev solo «supporto» nel caso in cui fosse stato necessario, ha affermato.

 

Putin ha dichiarato la scorsa settimana che l’unica ragione per cui l’accordo di Istanbul è fallito è stata «la volontà delle élite negli Stati Uniti e in alcune nazioni europee di infliggere una sconfitta strategica alla Russia», aggiungendo che Boris Johnson è servito da messaggero per soffocare il processo di pace.

 

I negoziati in Turchia hanno prodotto una bozza di accordo, che avrebbe posto fine alle ostilità, ha ricordato Putin. Kiev era disposta a dichiarare la neutralità militare, a limitare le sue forze armate e a giurare di non discriminare i russi etnici. In cambio, Mosca si sarebbe unita ad altre potenze leader nell’offrire all’Ucraina garanzie di sicurezza, ha sottolineato.

 

Secondo il leader russo, i colloqui con Kiev sono ancora possibili, ma possono avvenire solo «non sulla base di richieste effimere, ma sulla base dei documenti concordati e effettivamente siglati a Istanbul».

 

Come riportato da Renovatio 21, la Nuland già mesi fa aveva spiegato in un’intervista che l’Ucraina non è mai stata in grado di ottenere una soluzione favorevole per porre fine al perdurante conflitto con la Russia e quindi Washington non ha mai effettivamente incoraggiato Kiev a negoziare con Mosca.

 

La Nuland è una cosiddetta neoconservatrice. I neocon sono un gruppo di discepoli, in genere di origini ebraiche, del filosofo ebreo tedesco trapiantato in USA Leo Strauss. Si dice, professore all’Università di Chicago, lo Strauss aveva un lato essoterico – le sue lezioni pubbliche – ed uno esoterico, a cui impartiva un insegnamento segreto ad un gruppo di studenti scelti.

 

La Nuland è una neocon per formazione e matrimonio, avendo sposato Robert Kagan, attivissimo fulcro, con il fratello e il padre, dei think tank neocon che hanno stabilito la politica estera americana degli anni 2000, per esempio la guerra in Iraq. Sono gli stessi, che, all’interno di un gruppo chiamato Progetto per un nuovo secolo americano (PNAC) nel 2000 vergarono il rapporto Ricostruire le difese dell’America dove si parlava della necessità di «una nuova Pearl Harbor», poi per coincidenza concretatasi con il megaterrorismo dell’11 settembre 2001.

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Come riportato da Renovatio 21, è significativo anche il video in cui, mesi fa, annunziava in conferenza stampa che il Nord Stream 2 sarebbe stato terminato nel caso la Russia avrebbe invaso l’Ucraina.

 

Dopo la sua ammissione in udienza al Senato riguardo ai biolaboratori USA in Ucraina, la Duma – il Parlamento russo – l’ha invitata a Mosca a spiegarsi, tuttavia la Nuland-Kagan non pare aver accettato l’invito.

 

Ad agosto era volata in Niger per incontrare la giunta golpista e metterla in guardia contro l’arruolamento dell’appaltatore militare privato russo Wagner. Prigozhin, al sentirlo, gioì.

 

Lo scorso maggio aveva dichiarato che la Crimea costituiva un «obiettivo legittimo» dell’esercito ucraino. In Sudafrica aveva definito la titanica questione della de-dollarizzazione globale in corso «una chiacchiera».

 

A inizio anno era tornata a Kiev, facendo scattare, anche simpaticamente, la diplomazia del Cremlino, che disse che, come l’altra volta nel 2014, quando distribuì biscotti alla gente in piazza Maidan, la visita del vicesegretario per gli affari eurasiatici non portava nulla di buono.

 

Il nome di Victoria Nuland è stato fatto in messaggio di Donald Trump contro la prospettiva della Guerra Mondiale.

 

Ricordiamo, infine, il messaggio finale di Gonzalo Lira, registrato al confine tra Ucraina e Ungheria, dove stava cercando di scappare in moto per chiedere asilo politico. Negli ultimi attimi di libertà prima di essere catturato e messo in prigione – dove ha trovato la morte – Lira rivelò che lo avevano informato che Victoria Nuland conosceva bene il suo caso, e che lo odiava visceralmente.

 

Le dimissioni della Nuland, sei mesi fa, hanno suggerito che il focus della politica estera USA potrebbe spostarsi dalla Russia alla Cina.

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Immagine di US Embassy in Kiev via Flickr pubblicata su licenza CC BY-ND 2.0

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