Spirito
La Messa di San Pio V in quarantena?
Questa è una voce che circola da diverse settimane. Le autorità romane si preparano a rendere ancora più restrittiva l’autorizzazione a celebrare la messa tradizionale. Vieterebbero l’uso del messale di san Pio V a tutti i sacerdoti diocesani che non appartengono agli istituti ex-Ecclesia Dei.
E vieterebbero addirittura ai vescovi di celebrare o autorizzare la celebrazione del rito antico nelle loro diocesi. La Croix del 1° luglio, citando cautamente fonti vaticane anonime, parla di «chiacchiere» e di «fantasie».
Tuttavia, The Pillar del 3 luglio rivela che queste nuove misure «non mirerebbero a una soppressione totale», ma piuttosto a «una sorta di quarantena» dei sacerdoti e dei fedeli da sempre attaccati alla messa.
«L’idea sarebbe quella di “costringere i cattolici tradizionali a vivere nelle riserve», con ciò che questo tipo di immagine implica. Non viene reso noto il loro allontanamento dalla vita diocesana, la loro relegazione in piccoli angoli attorno a società come la Fraternità San Pietro e perfino la Fraternità San Pio.
Si tratterebbe quindi di togliere ai vescovi ogni possibilità di concedere un’esenzione a favore di una Messa che vogliamo vedere scomparire definitivamente. Questo centralismo autoritario va contro la «sinodalità» mostrata a Roma, e mostra chiaramente la sfiducia che la Santa Sede ha nel suo personale episcopale. Gli interessati sono abituati, saranno docili.
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Più interessante è questa idea di creare delle «riserve», come avvenne per gli indiani d’America. Ovviamente non si tratterà di riserve per proteggere una specie in via di estinzione, come l’ultimo dei Mohicani, ma di riserve per motivi sanitari.
La nozione di «quarantena» spiega chiaramente la natura del progetto. Occorre istituire un cordone sanitario per prevenire la contaminazione e l’attrazione che la Tradizione esercita sui sacerdoti e sui fedeli. La confessione è grande.
I seguaci della liturgia conciliare assumono l’atteggiamento di chi sa di appartenere a un organismo indebolito e immunodepresso. E questa mancanza di vitalità si manifesta in modo lampante attraverso una sterilità sempre più preoccupante.
Per vederlo basta aprire la cartella stampa Ordinazioni presbiterali 2024 della Conferenza episcopale di Francia: da diversi anni si effettuano solo poche centinaia di ordinazioni all’anno per sostituire diverse centinaia di sacerdoti deceduti o gravemente inabili.
Questo documento dà la cifra di 709 seminaristi nel 2024, contro 828 nel 2018, ma soprattutto da due anni i dati sugli ingressi nei seminari diocesani in Francia non vengono più presentati, perché non più presentabili. Mascheriamo così un evidente fallimento con un rifiuto delle cifre, una negazione della realtà.
La pastorale vocazionale si trasforma nel nascondere la testa sotto la sabbia.
In definitiva, dov’è la riserva indiana? Dov’è la specie in via di estinzione? E le anime in tutto questo? Ai funzionari vaticani non importa, e ha un nome: mancata assistenza alle persone in pericolo. Ecco perché la Tradizione è più che mai vitale.
Abate Alain Lorans
Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
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Immagine di Matthew Doyle via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC 2.0