Misteri

La Massoneria ha rituali inquietanti?

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Per trovare i principi della massoneria apriamo la pagina della famosa enciclopedia online:

 

«La massoneria promuove tra i suoi aderenti la ricerca incessante della verità per realizzare la fratellanza universale del genere umano. Attraverso i suoi riti di affiliazione finalizza la sua azione sul piano etico sviluppando i valori universali (lealtà, amicizia, fedeltà, sincerità, bontà, altruismo) della società umana e consolidando i propri ideali con l’astensione da ogni proposizione dogmatica o di  fanatismo nello spirito di una tolleranza universale e quella materiale su progetti d’azione benefica nei confronti degli affiliati e, nella società civile, dei bisognosi».

 

Apprendiamo quindi che i massoni dovrebbero uomini dotati di grande attitudine nel perseguire e mettere in pratica i principi massonici.

 

Nell’iniziazione massonica, quello di «Cavaliere Kadosch» rappresenta il 30° grado iniziato sui 33 gradi del Rito Scozzese Antico e Accettato.

 

Quindi, se la massoneria assegnasse ad ogni grado raggiunto una cintura come avviene nelle arti marziali, il Cavaliere Kadosch dovrebbe essere pressoché una «cintura nera» in quanto a ricerca incessante della verità, lealtà, bontà, fedeltà, sincerità, altruismo, tolleranza, astensione dal fanatismo e progetti benefici nei confronti degli affiliati e dei bisognosi della società civile.

 

In effetti, in ebraico «kadosch» significa proprio «santo» o «santificato». Santi Cavalieri di nome e di fatto, dunque.

 

Essi purtroppo non sono molto conosciuti: Compulsando la rete alla ricerca di un’intervista ad uno di loro, non troviamo niente. E a scuola o all’università certe cose purtroppo non studiano. 

 

Il fatto che la Framassoneria  promuova la tolleranza, la fratellanza, sincerità, la bontà, la lealtà, l’amicizia, l’altruismo, la sincerità, l’astensione dal fanatismo e i progetti benefici in segreto ma preferisca rimanere una società segreta risulta, in ultima analisi, un po’ controintuitivo.

 

E meno male che non c’è più la Chiesa Cattolica di una volta e dalle encicliche contro massoneria si è passati al  «cari fratelli massoni» del Cardinale Ravasi sul Sole 24 Ore. A questo proposito non riusciamo a trattenere un amaro sorriso pensando che prima del Concilio Vaticano II la massoneria con i suoi Cavalieri Kadosch venisse combattuta. Sembra impossibile.

 

La Massoneria, come ogni società segreta, ad ogni grado fa corrispondere il relativo rito di passaggio.

 

Viene spontaneo domandarsi quale sia quello che permette di diventare dei «cavalieri santificati» Kadosch.

 

Una risposta, chiaramente di parte, la dà Monsignor Léon Meurin (1825-1895), un gesuita tedesco missionario in India, dove divenne arcivescovo di Bombay .

 

Nel suo libro del 1893 La Frammassoneria Sinagoga di Satana, edito da EFFEDIEFFE, Monsignor Meurin uno dei passaggi della cerimonia di iniziazione del Cavaliere Kadosch:

 

«Egli è santificato, è divenuto un Santo, Kadosch. Come tale egli ha diritto di commettere degli omicidii in onore del Grande Architetto dall’ Universo e della sua Chiesa massonica».

 

«In un gabinetto parato a nero, dopo avergli bendati gli occhi, gli fa immergere il pugnale nel cuore di ciò che gli assicura essere un traditore dell’Ordine. E questo montone imbavagliato a cui si è tosato il lato sinistro. Il recipiendario deve toccarlo, per ben assicurarsi dei battiti del cuore di uno legato prima di colpirlo. Non essendo istruito di quella sostituzione di una bestia ad un uomo, commette – non materialmente, ma formalmente – un omicidio».

 

Ricordiamo che Monsignor Meurin, che scrisse questo libro due anni prima di morire, fu tra coloro che si fecero prendere dall’entusiasmo rispetto alle bufale sataniste di Léo Taxil, un agent provocateur che fece rivelazioni sulle logge per poi ritrattare tutto screditando così chi gli aveva creduto.

 

Al di là delle immagine cruente raccontate da monsignor Meurin, la Storia altre volte può aver mostrato un lato non esattamente buono, altruista e tollerante della Massoneria.

 

Un esempio per tutti è la Rivoluzione Francese: è ritenuto da molti che tutti i principali rivoluzionari fossero affiliati alla massoneria. La Rivoluzione Francese, come noto, si trasformò in Terrore, non prima della parentesi della Vandea, dove i rivoluzionari massoni eseguirono il primo genocidio della storia con tanto di massacri di preti, suore, donne, bambini e diversi progetti benefeci come gli annegamenti di massa nella Loira.

 

In tutto, dall’inizio della Rivoluzione al Terrore, qualcuno sostiene che si possano contare centinaia di migliaia di morti.

 

Ma non è l’unico caso della Storia dove i principi massonici si sono rivelati diversi da quelli dichiarati.

 

Vogliamo parlare della tolleranza ed assenza di fanatismo del presidente messicano e frammassone Plutarco Elias Calles ai tempi dei Cristeros?

 

O la fratellanza e la bontà che dimostrarono i confratelli verso il presidente venezuelano Garcia Moreno?

 

O l’«amicizia» e la «sincerità» che traspaiono dalle vicende del finanziere Roberto Calvi e del giornalista Mino Pecorelli?

 

Questo tripudio di principi umani era del resto già visibile in una pellicola del 1943 girata da un ex massone, il francese Jean Mamy., che realizzò un lungometraggio antimassonico, Forze Occulte, ancora reperibile in rete.

 

 

Ricapitolando: va bene, può anche darsi che qualche mancanza di «amicizia e tolleranza» ci sia stata, ma potrebbe essersi trattato di episodi minori, «bazzecole, quisquilie, pinzellacchere» per dirla con le parole di Totò – ricordando sempre che, ebbene sì anche Antonio de Curtis era affiliato alla massoneria ed aveva raggiunto il 30° grado. Il 33° gli fu assegnato post-mortem, scrive il sito del Grande Oriente d’Italia.

 

Tuttavia, facciamo fatica ad immaginarci il «principe della risata» nello stanzino al buio col pugnale e il montone imbavagliato…

 

Quando si tratta di massoneria, dove inizia la fantasia nera e dove la realtà?

 

 

Gregorio Del Toro

 

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