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La Lettonia vieta il voto ai politici non vaccinati e sospende loro lo stipendio

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Ai parlamentari lettoni che non sono stati vaccinati o guariti dal COVID-19 verrà sospesa la retribuzione e non potranno più prendere parte alle votazioni parlamentari. Lo riporta Euronews.

 

I parlamentari hanno approvato il provvedimento con una votazione venerdì con 62 voti a favore in un parlamento di 100 seggi.

 

«Dal 15 novembre, un deputato potrà partecipare ai lavori del Saeima [il nome del Parlamento lettone, ndr] solo se ha presentato un certificato interoperabile COVID-19 che confermi l’avvenuta vaccinazione o malattia»

«Dal 15 novembre, un deputato potrà partecipare ai lavori del Saeima [il nome del Parlamento lettone, ndr] solo se ha presentato un certificato interoperabile COVID-19 che confermi l’avvenuta vaccinazione o malattia», scrive il comunicato dell’ufficio stampa del Parlamento di Riga.

 

È scritto inoltre che «sarà sospeso il pagamento di uno stipendio mensile e delle compensazioni per il deputato di Saeima che non avrà diritto a partecipare ai lavori del parlamento».

 

La misura si applica anche ai legislatori del governo locale ed entrerà in vigore quando il paese uscirà dall’ultimo lockdown di un mese.

 

Non ci è data notizia di altri enti, nazionali o transnazionali, che definiscono «preoccupanti» per la democrazia rappresentativa le arbitrarie esclusioni dal processo legislativo di politici eletti dal popolo

In Lettonia tutti i negozi considerati «non-essenziali» sono rimasti chiusi. Le riunioni pubbliche sono state vietate, mentre quelle private possono svolgersi solo il famiglia.

 

Vige inoltre un coprifuoco dalle 20 alle 5.

 

La settimana prossima la Lettonia implementerà un «green mode» dove persone vaccinate e non vaccinate avranno regole diverse.

 

La percentuale di vaccinati nel Paese, che ha 1,9 milioni di abitanti è del 53,6%. Come noto, la media UE è 64,9%. Il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC) definisce la situazione lettone «molto preoccupante».

 

L’unica verità, a cui lo Stato, il popolo e la democrazia devono sottomettersi, è il COVID

Non ci è data notizia di altri enti, nazionali o transnazionali, che definiscono «preoccupanti» per la democrazia rappresentativa le arbitrarie esclusioni dal processo legislativo di politici eletti dal popolo.

 

L’unica verità, a cui lo Stato, il popolo e la democrazia devono sottomettersi, è il COVID.

 

 

Immagine di Saeima via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0)

 

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