Economia

La Germania parla ancora di razionamento energetico

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Per l’ennesima volta, la Repubblica Federale tedesca torna a parlare di razionamento dell’energia.

 

Il razionamento dell’elettricità potrebbe diventare inevitabile in Germania come parte di una strategia di transizione energetica a partire dal prossimo anno, ha riferito venerdì l’emittente pubblica BR24.

 

La Bundesnetzagentur, l’agenzia di rete federale tedesca, sta valutando la possibilità di limitare l’uso dell’energia nelle ore di punta poiché le reti locali non riescono a coprire l’aumento della domanda, che dovrebbe aumentare di oltre il 10% nei prossimi anni a causa del passaggio all’energia pulita.

 

Più auto elettriche e pompe di calore significano una maggiore domanda di elettricità, ma le reti locali non sono sempre progettate per carichi elevati, afferma l’articolo. Un altro problema per gli operatori energetici del Paese è l’insufficiente espansione della rete che attualmente manca di circa 14.000 chilometri di infrastrutture.

 

Il capo della Bundesnetzagentur, Klaus Muller, ha suggerito di consentire agli operatori di rete tedeschi di limitare l’uso dell’elettricità nelle ore di punta per evitare il sovraccarico, a partire da gennaio 2024.

 

«Se è dimostrato che questo sovraccarico di rete potrebbe verificarsi, allora l’operatore della rete di distribuzione ha il diritto di oscurare», ha detto a BR24.

 

Oltre alla transizione ai veicoli elettrici, il governo tedesco deve affrontare anche la sfida di cambiare i sistemi di riscaldamento da petrolio e gas. L’abbandono degli idrocarburi significa che dovranno essere sostituiti con pompe di calore elettriche, ma i cavi ei trasformatori attualmente in uso non sono adatti alle crescenti esigenze del futuro, osserva l’agenzia.

 

«Affinché non ci siano ritardi durante il collegamento delle pompe di calore e dei dispositivi di ricarica, anche l’operatore del sistema di distribuzione ha bisogno di uno strumento di controllo», ha dichiarato la Bundesnetzagentur alla rivista politica Kontrovers.

 

L’unica misura fattibile per mantenere il funzionamento stabile delle reti elettriche è togliere le pompe di calore e i veicoli elettrici dalla rete durante i periodi di picco di carico, ha affermato il punto vendita, aggiungendo che la Bundesnetzagentur sta ora elaborando i dettagli del nuovo regolamento.

 

Sull’origine della transizione ecologica la parlamentare di Alternative fuer Deutschland Beatrix von Storch ha dato interessanti ragguagli al Bundestag la settimana passata, spiegando bene « il business delle pompe di calore. L’azienda statunitense Carrier Global acquista il produttore tedesco di WP Viessmann per 12 miliardi di dollari. Chi possiede Carrier Global? L’86% è detenuto da investitori istituzionali. Ciò significa l’industria finanziaria statunitense, BlackRock, Vanguard, American Star e Capital Group».

 

«Nello stesso momento in cui il ministero [dell’Economia] di Habeck sta costringendo i tedeschi ad acquistare pompe di calore, l’industria finanziaria globale rileva la produzione tedesca di pompe di calore: una coincidenza incredibile».

 

«Grazie alla politica climatica dei Verdi, in questi circoli c’è una corsa all’oro politica», ha dichiarato la von Storch. «75 trilioni di euro, questo è ciò che i tedeschi devono pagare per l’installazione di pompe di calore, e BlackRock, Vanguard e la capitale fanno soldi pazzamente».

 

La transizione ecologica è voluta da quei verdi che sono il «braccio politico di questi interessi finanziari globali, e le loro politiche climatiche rendono i super ricchi globali molto più ricchi, mentre i tedeschi normali stanno perdendo il tetto sopra la testa».

 

Come riportato da Renovatio 21, le politiche folli della Germania merkeliana hanno prodotto disastri grotteschi: non c’è abbastanza vento per le pale eoliche ed è tornata ad far funzionare centrali a carbone, una risorsa che la Germania, alla pari del gas, importava dalla Russia. La regressione tedesca è stata tale che ad un certo punto, scrisse un’analisi Deutsche Bank, si era cominciato a parlare nel Paese della fornitura di legna da ardere per passare l’inverno.

 

Mentre il ministro verde Habeck parlava di ridurre la quantità di docce, magari prediligendo quelle fredde, il Paese chiudeva l’ultima centrale nucleare, peraltro intromettendosi, come accaduto di recente con l’Ungheria, nell’industria nucleare dei Paesi limitrofi.

 

Il partito dei Verdi al governo con Scholz – che ha discusso l’idea di cancellare la parola «Germania» dal proprio nome –si è distinto per le idee di repressione delle proteste in caso mancasse il riscaldamento e per il sostegno cieco ed incondizionato dato all’Ucraina, con il ministro degli Esteri Annalena Baerbock a dichiarare supporterà Kiev anche contro il proprio elettorato. La stessa Baerbock, che non ha mai completato gli studi in Germania ma ha passato lungo tempo alla London School of Economics, si era lasciata sfuggire al Consiglio d’Europa che di fatto si è in guerra contro la Russia.

 

 

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