Intelligenza Artificiale
La famiglia Schumacher risarcita con 200 mila euro per una falsa intervista generata con l’AI
La famiglia della leggenda delle corse di Formula 1 Michael Schumacher ha ottenuto un risarcimento di 200.000 euro per un’intervista generata dall’intelligenza artificiale pubblicata da una rivista tedesca, ha detto mercoledì a Reuters un portavoce della famiglia.
L’anno scorso, la pubblicazione tedesca Die Aktuelle aveva pubblicato una foto di Schumacher sulla copertina dell’edizione di aprile con un’iscrizione che diceva «Michael Schumacher: La prima intervista!» Di seguito, in caratteri più piccoli, la testata aveva aggiunto che «sembra ingannevolmente vero».
Il 55enne non è più apparso in pubblico da quando ha subito una grave lesione cerebrale in un incidente sugli sci nel 2013. Non si sa dove si trovi attualmente Schumacher, ma i media hanno ipotizzato che risieda a casa della famiglia in Svizzera.
La falsa conversazione, che a prima vista potrebbe essere facilmente scambiata per autentica, includeva citazioni come «la mia vita è completamente cambiata» dall’incidente e «sono rimasto ferito così gravemente che sono rimasto per mesi in una sorta di coma artificiale».
Al termine dell’intervista, è stato rivelato che tutte le risposte di Schumacher erano state generate da un chatbot basato sull’intelligenza artificiale.
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Poco dopo che la pubblicazione è arrivata sugli scaffali, la famiglia di Schumacher, che preferisce mantenere la massima riservatezza sulle sue condizioni e limita l’accesso a lui ai parenti stretti, ha annunciato l’intenzione di intraprendere un’azione legale contro il gruppo mediatico Funke, che pubblica la rivista Die Aktuelle.
Il gruppo ha offerto scuse alla famiglia e ha licenziato il caporedattore di Die Aktuelle Anne Hoffmann. La direttrice della casa editrice Bianca Pohlmann ha definito l’articolo «di cattivo gusto e fuorviante», aggiungendo che non soddisfa gli standard del giornalismo. Tuttavia, ricordiamo come grandi gruppi mediatici germanici stiano licenziando i giornalisti per sostituirli con i robot.
Come riportato da Renovatio 21, è finito in tribunale anche uno special del defunto comico statunitense George Carlin generato con l’Intelligenza Artificiale e messo in rete.
Di questi giorni è la notizia che l’attrice Scarlett Johansson ha reagito al fatto che la voce utilizzata da ChatGPT, prodotto di OpenAI, società regina dell’AI, ora fortemente sostenuta da decine di miliardi di dollari della Microsoft di Bill Gates – sembrava simile alla sua. Per una coincidenza, forse cercata, proprio la Johansson aveva prestato la voce in una pellicola che parlava di un uomo che si innamora di un’assistente virtuale, Her.
Come riportato da Renovatio 21, da prima ancora dell’esplosione di ChatGPT esistono tutta una serie di tentativi – e di brevetti, alcuni sempre di Microsoft – per «riportare in vita» i morti, facendo parlare i deceduti e farli interagire con i vivi, perfino durante i funerali.
Segni che mostrano chiaramente come l’«Intelligenza inorganica» è usata per sostituire la vita. Un processo potenzialmente apocalittico, che ha la cooperazione di tantissimi, nonché delle principali aziende del pianeta.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia