Politica
«La famiglia Biden ha ricevuto denaro dalla Russia». L’accusa al Congresso USA
Mercoledì la Commissione di supervisione della Camera ha pubblicato le ricevute che mostrano Hunter Biden, figlio dell’attuale presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che riceve denaro da Russia, Ucraina e Kazakistan commerciando sul cognome.
Il comitato afferma di aver identificato 20 milioni di dollari in pagamenti da fonti estere alla società di Hunter Biden, che descrivono come una copertura per vendere l’accesso al «network Biden» mentre suo padre era vicepresidente di Barack Obama dal 2009 al 2017.
«Durante la vicepresidenza di Joe Biden, Hunter Biden lo ha venduto come “il brand” per raccogliere milioni dagli oligarchi in Kazakistan, Russia e Ucraina. Sembra che non siano stati forniti servizi reali oltre all’accesso alla rete Biden, incluso lo stesso Joe Biden. E Hunter Biden sembra aver dato i suoi frutti», ha detto il presidente del comitato James Comer, rappresentante repubblicano eletto in Kentucky.
La terza nota bancaria che Comer ha pubblicato finora mostra un bonifico del 14 febbraio 2014 dall’oligarca russa Yelena Baturina, vedova del controverso sindaco di Mosca Yurij Luzhkov, a Rosemont Seneca Thornton, una società di comodo gestita da Hunter Biden e dal suo socio in affari Devon Archer.
Dei 3,5 milioni di dollari trasferiti dalla Baturina, 1 milione di dollari è stato trasferito direttamente ad Archer, mentre il resto è stato utilizzato per avviare Rosemont Seneca Bohai, un nuovo account utilizzato per ricevere più finanziamenti dall’estero, ha affermato la Commissione camerale.
Come ha testimoniato Devon Archer lo scorso lunedì, la Baturina – un tempo ritenuta la donna più ricca di Russia – è stata tenuta fuori dalla lista delle sanzioni imposte dall’amministrazione Biden a varie personalità russe. Il Daily Mail sostiene che il rapporto finanziario di Hunter con Baturina era in realtà molto più esteso, con la sua azienda che ha investito 40 milioni di dollari in un’impresa immobiliare da parte della società di Hunter, Rosemont Realty. Archer ha altresì dichiarato che Joe Biden ha incontrato la Baturina a Georgetown, sede dell’università gesuita di Washington, prima dell’investimento da 40 milioni di dollari, dopo di che è stata esclusa dall’elenco delle sanzioni dell’amministrazione Biden.
Un altro promemoria mostra che Biden e Archer sono stati entrambi nominati nel consiglio di amministrazione di Burisma Holdings, una compagnia di gas ucraina gestita da Mykola Zlochevsky, per 1 milione di dollari ciascuno all’anno.
Burisma aveva precedentemente pagato Biden come consulente, ma ha invitato lui e Archer nel consiglio dopo un incontro ospitato da Zlochevsky e dal segretario aziendale di Burisma Vadim Pozharsky nella primavera del 2014 sul Lago di Como.
«L’allora vicepresidente Joe Biden ha visitato l’Ucraina subito dopo i loro primi pagamenti», ha osservato la Commissione, e Hunter ha affermato che la visita ha mostrato il «valore» che ha fornito all’azienda.
La terza transazione degna di nota è avvenuta nell’aprile 2014, quando «l’oligarca kazako» Kenes Rakishev ha trasferito 142.300 dollari a Rosemont Seneca Bohai. Il giorno successivo, la società ha pagato a Hunter Biden lo stesso importo esatto per un’auto sportiva. Hunter aveva incontrato Rakishev in un hotel di Washington a febbraio.
«Hunter Biden ha ricevuto pagamenti per milioni di dollari da Yelena Baturina, Burisma e Kenes Rakishev. Il vicepresidente Biden ha cenato con loro nella primavera del 2014 e del 2015 a Washington», ha sottolineato il comitato.
Joe Biden è stato l’uomo di punta dell’amministrazione Obama per la politica ucraina dopo il colpo di Sstato di Maidan del 2014 a Kiev, e si è apertamente vantato a un evento del Council for Foreign Relations del 2018 di aver fatto licenziare il procuratore generale ucraino Shokin, che stava indagando su Burisma, minacciando di trattenere le garanzie sui prestiti.
Ricordiamo che quando l’allora presidente Donald Trump ha sollevato l’incidente nei colloqui del 2019 con Kiev, i Democratici alla Camera lo hanno messo sotto accusa, sostenendo che in qualche modo violava le leggi statunitensi e che quindi andava sottoposto a impeachment.
Renovatio 21 aveva segnalato la pista kazaka ancora a inizio 2022 quando il Kazakistan fu oggetto di disordini, e riaffiorò una foto dei Biden con oligarchi di Astana, ripubblicata da organizzazioni locale anti-corruzione che chiedono la restituzione dei miliardi dei corrotti, politica poi abbracciata dall’attuale presidente Tokaev.
Un’altra parte consistente della corruzione del clan Biden riguarderebbe la Cina, con affari che comprendono anche investimenti in centrali atomiche, con legami con personaggi legati all’Intelligence della Repubblica Popolare così come, si è ipotizzato, il network interno di Xi Jinpingo.
Sull’origine del capitale del fondo internazionale di Hunter Biden fece un’ammissione un professore pechinese ad una conferenza pubblica appena dopo le elezioni 2020.
«Così, durante la guerra commerciale USA-Cina loro [Wall Street, ndr] hanno cercato di aiutarci. lo so perché i miei amici in USA mi hanno detto che hanno cercato di aiutarci, ma non hanno potuto fare molto» disse Di Dongsheng, un professore all’Università Renmin di Pechino, nel discorso finito in TV.
«Ora vediamo che Biden è stato eletto. L’élite tradizionale, l’élite politica, l’establishment sono molto vicini a Wall Street, giusto? Trump ha detto che il figlio di Biden ha una sorta di fondo globale. Lo avete sentito? Chi lo ha aiutato a mettere in piedi il fondo?».
Materiale, oramai anche datato, per altri giri della Commissione?
Immagine di Louise Palanker via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0); immagine modificata