Spirito
La dissoluzione della società basata sul Concilio Vaticano II. Parla mons. Viganò
Renovatio 21 pubblica un altro brano dell’intervista concessa da monsignor Carlo Maria Viganò al sito francofono MédiasPresseInfo.
Vostra Eccellenza nota anche in altri Stati, a parte la Francia, la stessa ostilità del mondo politico e dei media mainstream nei confronti del Cattolicesimo?
La prima ostilità nei confronti del Cattolicesimo la vediamo anzitutto negli esponenti della chiesa bergogliana, questa chiesa contraffatta che si sovrappone alla vera Chiesa di Cristo.
Sono settant’anni che la chiesa conciliare prosegue nella sua opera di demolizione della Chiesa Cattolica: ne adultera la dottrina, ne sovverte la morale, ne corrompe la liturgia, ne cancella la spiritualità, ne castra lo zelo apostolico, ne intorpidisce l’azione sociale.
La chiesa del Vaticano II, che ci tiene tanto a definirsi così in antitesi alla «chiesa preconciliare», ha posto le basi teologiche alla dissoluzione della società. Tutti gli errori dottrinali del Concilio si sono tradotti in errori filosofici, politici e sociali dagli esiti disastrosi per le Nazioni cattoliche.
La rimozione del dogma della Regalità sociale di Nostro Signore dall’orizzonte conciliare ha trovato applicazione concreta – con il supporto dei partiti di ispirazione cristiana di matrice progressista, come la Democrazia Cristiana in Italia – nella cancellazione della Religione di Stato e nella laicizzazione della società, le cui leggi non dovevano più esprimere la Fede cattolica ma rispondere invece alle istanze di una società multiculturale e multireligiosa.
La Dignitatis Humanæ ha di fatto decretato il suicidio della Chiesa, dal momento che con quel Decreto il Concilio abdicava al ruolo salvifico esclusivo – ripeto: esclusivo – che Cristo ha affidato solo alla Chiesa Cattolica. Perché prestare fede, d’altra parte, a dei Vescovi o a un Papa che ti dicono che la loro religione non è preferibile alle altre, nelle quali comunque ci si può salvare, ammesso che ci sia qualcosa da cui salvarsi?
Noterete che il parallelo con le istituzioni civili è sempre presente: anche lo Stato, demolendo il concetto di autorità e screditandolo con funzionari corrotti, ha rinunciato alla propria sovranità e si è consegnato a poteri sovranazionali.
Sperare che questi funzionari corrotti – con o senza mitria – possano consentire la soluzione del problema di cui sono autori e cooperatori è a dir poco assurdo. Occorre una purificazione radicale dell’autorità, con un ritorno a Cristo, riconosciuto unico detentore della Potestà di governo, nel mondo civile tramite i Re, nella sfera ecclesiastica tramite il Papa, entrambi Suoi vicari e vincolati nell’esercizio del potere alla volontà di Cristo, che quel potere detiene a pieno titolo.
A chi si illude di poter distruggere la Chiesa Cattolica, suggerisco di guardare la fine che hanno fatto i grandi eresiarchi e i persecutori dei Cristiani: la tomba, la putrefazione, l’oblio.
Giuliano l’Apostata è morto, come sono morti tutti i nemici di Cristo. E la Chiesa è sempre sopravvissuta, perché essa è il Corpo Mistico di cui Cristo è Capo divino.
Non prævalebunt non è un auspicio, una speranza, una pia illusione: è la promessa del Verbo Eterno del Padre, e nulla può modificare di una virgola ciò che il Signore ha deciso.
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