Internet

La disinformazione può essere «fondamentalmente vera»: parla l’«Agenzia di difesa psicologica» del Regno di Svezia

Pubblicato

il

Il Regno di Svezia, Paese all’avanguardia nel collasso sociale tramite suicidio migratorio con vari altri primati, possiede una «Agenzia di difesa psicologica».

 

Proprio così: si chiama Myndigheten för psykologiskt försvar, è il suo fine, dice il sito governativo, è salvaguardare «la nostra società aperta e democratica e la libera formazione dell’opinione attraverso l’identificazione, l’analisi e la lotta contro l’influenza di informazioni maligne straniere, la disinformazione e altre informazioni fuorvianti dirette alla Svezia o agli interessi svedesi».

 

Parrebbe insomma che la Svezia abbia il suo fact-checking di Stato, e quindi abbia giù istituito – ma quanto sono avanti gli svedesi? – un suo «ministero della Verità» di orwelliana memoria, molto più concreto di quello tentato da Biden.

 

Ebbene, di recente l’agenzia ha emesso una comunicazione che potrebbe mandare in confusione il cittadino sincero democratico che segue le sue direttive.

 

L’Agenzia svedese per la difesa psicologica ha infatti riconosciuto che una disinformazione efficace è «fondamentalmente vera» – cioè, «una buona disinformazione in realtà non è falsa».

 

Se ci basiamo sulla logica, risulta davvero difficile capire cosa stiano dicendo.

 

Tuttavia ciò è stato enunciato dal membro dell’Agenzia Henrik Landerholm durante un’intervista con il London Times.

 

«Una buona disinformazione in realtà non è falsa. Una buona disinformazione è fondamentalmente vera e solo leggermente modificata», ha detto il difensore psicologico scandinavo.

 

Come riporta Summit News, il contesto di questa straordinaria intervista era l’idea che la Russia stia aiutando a diffondere la «disinformazione» al fine di «sfruttare la polarizzazione e seminare la divisione» in paesi europei come la Svezia.

 

Tuttavia c’è da chiedersi: se la «disinformazione» riporta notizie che sono «fondamentalmente vere», perché bisogna chiamarla disinformazione?

 

La risposta, lo sapete, è semplicissima: è bollata come «disinformazione» ogni discorso non gradito al potere.

 

Su questa base, sappiamo che le multinazionali informatiche stanno colludendo con i governi per effettuare la censura, in nome di una «disinformazione» che in realtà, ci dice l’esperto svedese, potrebbe essere in gran parte la verità.

 

Ne consegue che quello che sta accadendo è l’esclusione della verità dal discorso pubblico: cioè è l’establishment che sta operando la vera disinformazione, producendo di conseguenza un vero regno della menzogna.

 

Il sito Reclaim the Net ha paragonato l’ammissione dell’agenzia alla famosa frase di Orwell del 1984: «La guerra è pace. La libertà è schiavitù. L’ignoranza è forza».

 

Diciamo pure che ci siamo proprio.

 

 

Più popolari

Exit mobile version