Immigrazione
La Corte UE «castra» il controllo delle migrazioni
La Corte di Giustizia Europea (CGUE) ha attuato una «castrazione della politica migratoria degli Stati membri dell’UE», ha avvertito il giurista costituzionalista tedesco Markus C. Kerber in seguito alla recente sentenza in materia di asilo che priva i governi nazionali della capacità di gestire i propri confini.
La sentenza, emessa venerdì in Lussemburgo, stabilisce che un Paese terzo può essere designato come «Paese di origine sicuro» solo se offre una protezione effettiva a tutti i gruppi della popolazione e che tale designazione deve basarsi su informazioni pubbliche e trasparenti, accessibili ai richiedenti asilo e ai tribunali. In caso contrario, i rimpatri accelerati non sono validi.
La sentenza ha importanti implicazioni per le politiche migratorie nazionali, in particolare in paesi come l’Italia e l’Austria, che hanno stilato le proprie liste di Paesi terzi sicuri. Nel caso specifico esaminato, due migranti bengalesi erano stati trasferiti in Albania in base all’accordo tra l’Italia e l’UE per l’elaborazione delle richieste di asilo al di fuori dell’UE. Le loro richieste sono state respinte in quanto il Bangladesh era sicuro, ma la legge italiana non citava alcuna fonte, il che, secondo la Corte europea, ha violato il diritto dell’UE.
Il professor Kerber, esperto costituzionale di Berlino, ha accusato la Corte di aver esagerato: «il rafforzamento della magistratura da parte della Corte di Giustizia Europea per tutti i casi di esame delle domande di asilo porta alla castrazione della politica migratoria degli Stati membri dell’UE», ha affermato in un’intervista al media austriaco Exxpress.
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«L’opinione pubblica percepirà sempre più l’UE come un’entità che agisce contro i propri cittadini». Kerber ha avvertito che la corte stava imponendo una «procedura eccessivamente burocratizzata» che avrebbe reso impossibile un controllo significativo sulla migrazione. «I sistemi sociali stanno esplodendo», ha detto il Kerber. «E la disponibilità della maggior parte della società ad accettare i rifugiati sta diminuendo drasticamente».
«Cosa succederebbe se all’improvviso 3 milioni di persone provenienti da un paese di origine non sicuro si presentassero al nostro confine? Dovremmo accoglierle tutte?», ha chiesto.
Kerber è un giurista costituzionalista e professore di finanza pubblica ed economia politica presso l’Università Tecnica di Berlino. È anche professore ospite presso Sciences Po di Parigi e ha preso parte a diversi casi legali di alto profilo, tra cui un ricorso contro il Trattato di Lisbona presentato nel 2008 dinanzi alla Corte Costituzionale tedesca. È il fondatore del think tank berlinese Europolis, che promuove riforme basate sul mercato all’interno dell’Unione Europea.
È probabile che la sentenza della Corte indebolisca politiche simili anche in altri paesi europei. L’elenco dei Paesi sicuri dell’Austria include nazioni come Algeria, Marocco, Ghana e Serbia, ma gli esperti legali avvertono che queste potrebbero ora essere contestate se le minoranze all’interno di tali paesi dovessero essere ritenute a rischio. D’ora in poi, tutte queste designazioni dovranno basarsi su dati attuali, verificabili e pubblicamente disponibili.
Andreas Rosenfelder, direttore della testata tedesca Die Welt, ha definito la sentenza un atto di «giustizia buonista» che sacrifica i diritti dei cittadini dell’UE in nome della moralità universale. «Questa magistratura moralizzata preferisce negoziare le ingiustizie del mondo piuttosto che difendere la propria popolazione», ha scritto. «Se questa impressione continua a rafforzarsi, i cittadini sceglieranno un’Europa diversa con una magistratura diversa».
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Immagine generata artificialmente