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La corruzione del regime Zelens’kyj nel nuovo reportage di Seymour Hersh

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La corruzione del regime Zelens’kyj preoccupa l’Intelligence dell’alleato americano, ma forse non la Casa Bianca che continua a inviargli miliardi a palate.

 

In un articolo, intitolato «Trading with the Enemy» («commerciare con il nemico»), pubblicato oggi sul suo substack, il giornalista premio Pulitzer Seymour Hersh, noto per aver recentemente portato alla luce la responsabilità della Casa Bianca di Biden nell’attentato esplosivo contro il gasdotto Nord Stream, si chiede retoricamente: «l’amministrazione Biden ha uno scopo finale del conflitto» in Ucraina?

 

Hersh riferisce che il presidente ucraino «Zelens’kyj ha acquistato carburante dalla Russia, il Paese con cui essa e Washington sono in guerra, e il presidente ucraino e molti nel suo entourage hanno scremato milioni incalcolabili dai dollari americani stanziati per i pagamenti del gasolio».

 

«Secondo una stima degli analisti della Central Intelligence Agency, l’anno scorso i fondi sottratti ammontavano almeno a 400 milioni di dollari; un altro esperto ha paragonato il livello di corruzione a Kiev a quello della guerra in Afghanistan» continua il reporter, sempre forte di fonti uniche. «Mi è stato detto che molti ministeri del governo di Kiev sono letteralmente in “competizione” per istituire società di copertura per contratti di esportazione di armi e munizioni con trafficanti di armi privati ​​in tutto il mondo, che forniscono tutte tangenti. Molte di queste società sono in Polonia e Repubblica Ceca, ma si pensa che altre esistano nel Golfo Persico e in Israele».

 

«”Non sarei sorpreso di apprendere che ce ne sono altri in posti come le Isole Cayman e Panama, e che ci sono molti americani coinvolti”, mi ha detto un esperto americano di commercio internazionale» scrive nell’articolo.

 

Hersh avrebbe saputo anche di un rapporto dell’Intelligence sull’incontro del capo della CIA William Burns con Zelens’kyj a gennaio:

 

«Il suo messaggio al presidente ucraino, mi è stato detto da un funzionario dell’intelligence con conoscenza diretta dell’incontro, era tratto da un film sulla mafia degli anni ’50. Gli alti generali e i funzionari del governo di Kiev erano arrabbiati per quella che vedevano come l’avidità di Zelens’kyj, ha detto Burns al presidente ucraino, perché “stava prendendo una quota maggiore del denaro scremato di quanto non andasse ai generali”».

 

«Burns ha presentato a Zelens’kyj un elenco di 35 generali e alti funzionari la cui corruzione era nota alla CIA e ad altri membri del governo americano. Zelens’kyj ha risposto alle pressioni americane dieci giorni dopo licenziando pubblicamente dieci dei funzionari più ostentati della lista e facendo poco altro. I dieci di cui si è sbarazzato si stavano sfacciatamente vantando dei soldi che avevano – guidando per Kiev con la loro nuova Mercedes, mi ha detto il funzionario dell’Intelligence».

 

L’Ucraina era nota per essere, già molto prima del conflitto, il Paese più corrotto d’Europa. Questa realtà era ammessa tranquillamente dalle principali testate americane.

 

È difficile pensare che il fiume di armi e miliardi di dollari – pare siano 130 quelli stanziati da Washington, che dovrebbero pagare persino le pensioni degli statali ucraini – abbia migliorato la situazione.

 

Come riportato da Renovatio 21, la famiglia Biden è direttamente collegata alla corruzione ucraina, con episodi agghiaccianti come quello in cui Biden, allora vicepresidente di Obama, volò a Kiev per minacciare il presidente Poroshenko e il premier Yatsenjuk di rimuovere il procuratore generale che indagava, tra le altre cose, su Burisma, il colosso energetico che si era presa il figlio Hunter Biden nel suo consiglio di amministrazione. La cosa incredibile è che Biden lo rivendica pubblicamente.

 

 

 

Come riportato da Renovatio 21, questa estate era emerso come il canale TV americano CBS News ha curiosamente cancellato un documentario in cui diceva di aver scoperto come solo il «30%» dell’assistenza militare inviata in Ucraina dai Paesi occidentali durante i primi mesi del conflitto con la Russia fosse effettivamente arrivata al fronte

 

Lo stesso Pentagono mesi fa aveva ammesso di non avere idea di che fine facessero le armi una volta varcato il confine, con la certezza che in parte finiscano al mercato nero. Il ramo arabo della testata russa Sputnik aveva in seguito scoperto che grandi quantità di armi americane regalate a Kiev sono ora sul Dark Web, spedite a chiunque le possa pagare con sofisticati sistemi di container cargo.

 

Armamenti americani destinati agli ucraini erano spuntati fuori in Siria, nella zona ancora turbolenta, e infestata di terroristi islamisti, di Idlib.

 

La portavoce degli Esteri del Cremlino Maria Zakharova ha preconizzato come le armi occidentali regalate agli ucraini finiranno nelle mani dei terroristi operanti in Europa.

 

La stessa Europol ha dichiarato che le armi spedite in Ucraina come «aiuti» saranno da gruppi criminali nel prossimo futuro. La criminalità finlandese pare già inondata di armi occidentali rivendute dagli ucraini.

 

Alcuni di questi armamenti sarebbero affiorati anche in Africa nera, dove, a detta del presidente nigeriano Muhammadu Buhari, stanno destabilizzando la regione.

 

 

 

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