Geopolitica

La Corea del Sud vuole entrare nella «NATO globale»

Pubblicato

il

Il neo presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol ha dimostrato nelle sue prime cinque settimane in carica di essere ansioso di iscrivere Seoul come primo candidato membro della «NATO globale» nel Pacifico.

 

Tuttavia, la Cargo Truckers Solidarity Union, composta da 22.000 membri, ha chiuso le principali industrie del Paese per protestare contro gli enormi aumenti dei prezzi del carburante derivanti dalle sanzioni di guerra della NATO e dal Green Deal operante nei Paesi del Patto Atlantico.

 

Il più grande produttore di acciaio POSCO ha dovuto fermare alcuni stabilimenti, la principale casa automobilistica Hyundai Motor Company ha dovuto tagliare la produzione e alcuni produttori di cemento hanno ridotto le operazioni, secondo un servizio della CNN del 13 giugno.

 

Lo stesso giorno le società petrolchimiche sudcoreane hanno iniziato a tagliare operazioni perché le loro spedizioni sono diminuite del 90% e le loro scorte stanno diventando difficili da gestire.

 

Questo dopo appena sette giorni di sciopero dei camionisti, ma quattro round di negoziati senza successo con il nuovo governo.

 

Come riportato da Renovatio 21, la Corea del Sud è diventata il primo stato membro asiatico del Centro di eccellenza per la difesa informatica cooperativa (CCDCOE) della NATO. In pratica, Seoul è già fusa con gli atlantici per quando riguarda ciberarmi e hacking di Stato.

 

Con l’arrivo del nuovo presidente, filoamericano forsennato, è stato notato cambiamento lessicale nel materiale formativo distribuito alle forze armate, dove il Nord Corea è tornato ad essere definito come «nemico».

 

 

 

 

Immagine di Republic of Korea via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0)

 

 

 

Più popolari

Exit mobile version