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La Conferenza Episcopale Americana si oppone ai vaccini derivati ​​da cellule fetali di aborto

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La Conferenza Episcopale Americana, ha dato vita ad una particolare iniziativa che pare andare contro l’atteggiamento generale favorevole a tutti i vaccini COVID.

 

Come risaputo, il Vaticano ha già espresso, attraverso una nota della Congregazione per la Dottrina della Fede, firmata dal Prefetto Cardinale Ladaria e dal Segretario Monsignor Morandi, approvata da Papa Francesco il 17 dicembre, il suo definitivo parere positivo sulla legalità morale delle vaccinazioni per combattere il nuovo coronavirus e la sua diffusione.

 

La Conferenza Episcopale Americana, ha dato vita ad una particolare iniziativa che pare andare contro l’atteggiamento generale favorevole a tutti i vaccini COVID

Gran parte del discorso presentato dalla Santa Sede ruota attorno alle linee cellulari da cui derivano i vaccini:

 

«Quando i vaccini COVID-19 eticamente impeccabili non sono disponibili (ad esempio nei Paesi in cui i vaccini senza problemi etici non sono disponibili per medici e pazienti, o quando la loro distribuzione è più difficile a causa di condizioni speciali di conservazione e trasporto, o quando diversi tipi di vaccini sono distribuiti nello stesso paese ma le autorità sanitarie non consentono ai cittadini di scegliere quale vaccino inoculare), è moralmente accettabile utilizzare vaccini anti-COVID-19 che hanno utilizzato linee cellulari di feti abortiti nel loro processo di ricerca e produzione».

I vescovi e fedeli americani sembrano però mettere un distinguo non di poco conto: le linee cellulari in questione non devono derivare da pratiche di aborto volontario – cosa che, ricordiamo, è del tutto impossibile.

I vescovi e fedeli americani sembrano però mettere un distinguo non di poco conto: le linee cellulari in questione non devono derivare da pratiche di aborto volontario – cosa che, ricordiamo, è del tutto impossibile

 

L’episcopato statunitense quindi esorta «tutti coloro che sono interessati alla santità della vita a protestare contro l’uso di linee cellulari derivate dall’aborto e a sostenere lo sviluppo di vaccini estranei all’aborto», indirizzando il dissenso direttamente verso alle aziende farmaceutiche. Esempi di lettere vengono messe a disposizione dei fedeli che possono usarle per scrivere alle varie aziende che producono e commercializzano vaccini contro il COVID-19.

 

L’iniziativa americana è un pugno nello stomaco al Vaticano oramai divenuto un tempio del dio vaccino. Bergoglio ribadisce da mesi due convinzioni: l’etica del vaccino e la ferma esigenza che tutti ne abbiano accesso, evitando che le cure siano considerate prodotti di lusso. Un discorso, quest’ultimo, che riguarda anche la liberalizzazione dei brevetti. Il papa non ha messo alcun dubbio sulla legittimità morale dei vaccini e della vaccinazione contro il COVID-19 e ha apertamente criticato il «negazionismo suicida» degli oppositori di queste nuove «terapie» vaccinali: come ha scritto Monsignor Viganò, si tratta decisamente del più grande piazzista di Big Pharma che ci sia al mondo oggi.

 

Mettere a disposizione dei poveri 1.200 dosi dell’iniezione del  Pfizer ha di fatto compiuto questa metamorfosi completa verso la religione vaccinale, trasformando la sala Paolo VI in un vero e proprio «vaccinodromo».

 

L’episcopato statunitense quindi esorta «tutti coloro che sono interessati alla santità della vita a protestare contro l’uso di linee cellulari derivate dall’aborto e a sostenere lo sviluppo di vaccini estranei all’aborto», indirizzando il dissenso direttamente verso alle aziende farmaceutiche

Gli Stati Uniti, dopo la presidenza di Donald Trump, sono un contesto polarizzato. Il confronto tra il mondo conservatore e quello progressista, che sta vivendo una sorta di tregua non dichiarata in Europa, è più vivo che mai. Quando il presidente Joe Biden è entrato in carica, i prelati americani hanno colto l’occasione per convocare una speciale «commissione», il cui compito era valutare le ambizioni programmatiche del presidente, i primi provvedimenti legislativi approvati e, più in generale, la visione bioetica del presidente sedicente «cattolico» e ultra-abortista

 

Il cardinale Raymond Leo Burke, assieme ad altri prelati americani, hanno sottolineato che i politici abortisti (e gli abortisti in generale) non dovrebbero avere accesso alla comunione. Cioè, sono, di fatto, scomunicati.

 

Allo stesso tempo, prima del blocco della FDA ( Food and Drug Administration ), alcuni circoli cattolici americani avevano tuonato contro il vaccino Johnson & Johnson.

 

Mettere a disposizione dei poveri 1.200 dosi dell’iniezione del  Pfizer ha di fatto compiuto questa metamorfosi completa verso la religione vaccinale, trasformando la sala Paolo VI in un vero e proprio «vaccinodromo».

Come riportato dall’agenzia di informazione religiosa SIR, il vescovo di New Orleans è stato il primo a parlare in pubblico sull’approvazione del vaccino americano: «L’arcidiocesi deve informare i cattolici che l’ultimo vaccino di Janssen / Johnson & Johnson è moralmente compromesso perché utilizza, nello sviluppo e nella produzione di vaccini, così come nei test, una linea cellulare derivata dall’aborto », ha detto monsignor Gregory Michael Aymond.

 

 

 

 

 

 

 

 

Immagine di Goat_Girl via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)

 

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