La Cina reprime la chirurgia estetica per fermare «l’ansia dell’apparenza»

Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.

Il governo cinese ha represso negli ultimi mesi i consumi cospicui e i papaveri alti. I miliardari sono scomparsi; le star del cinema sono diventate non-persone; almeno uno scienziato, He Jiankui, è stato incarcerato.

L’ultimo obiettivo è l’enorme industria cinese della chirurgia estetica.

Il People’s Daily ha dichiarato questa settimana che era «imperativo e urgente» regolamentare la pubblicità.

«Dai manifesti alle fermate degli autobus e nelle metropolitane, alle presentazioni sui siti Web social e sulle piattaforme di contenuti, dagli annunci pubblicitari inseriti nei film e negli spettacoli di varietà televisivi alle promozioni dei live-streamer, gli annunci di bellezza medica sono estremamente pervasivi»,  ha affermato.

Alcune pubblicità associano il bell’aspetto ad una «alta qualità», «diligenza» e «successo», inventando storie sulla «chirurgia plastica che cambia il proprio destino» e distorce le percezioni estetiche.

«La giovane tendenza nel campo della chirurgia estetica continuerà a distorcere i valori delle generazioni più giovani se le autorità non condurranno una stretta repressione»

Il mercato della chirurgia plastica in Cina potrebbe raggiungere i 46 miliardi di dollari entro il 2022 e i 201 miliardi di dollari entro il 2030, secondo un rapporto della Chinese Association of Plastics and Aesthetics.

Deng Liqiang, direttore della China Health Law Society ed esperto di chirurgia plastica, ha dichiarato questa settimana al Global Times che il boom nel settore della cura della bellezza è dovuto al grossolano sfruttamento dell’«ansia dell’apparenza».

«La giovane tendenza nel campo della chirurgia estetica continuerà a distorcere i valori delle generazioni più giovani se le autorità non condurranno una stretta repressione», ha dichiarato.

Michael Cook

Direttore di Bioedge