Economia

Kiev taglia il gas dalla Russia all’Europa e incolpa Mosca

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Le autorità ucraine hanno interrotto le consegne di gas russo in Europa attraverso il gasdotto che attraversa la regione di Lugansk.

 

Kiev cita una «forza maggiore» come causa dell’interruzione della fornitura di idrocarburi, tuttavia Gazprom afferma che non ci sono stati problemi che giustificherebbero quanto accaduto.

 

Quasi un terzo del gas russo verso l’Europa transita attraverso il punto di raccordo chiuso di Sokhranovka, al confine russo con la Repubblica popolare di Lugansk. I servizi di transito del gas dell’Ucraina hanno dichiarato forza maggiore il 10 maggio, affermando che era impossibile «effettuare il controllo operativo e tecnologico» sul punto di connessione di Sokhranovka e sulla stazione di compressione a Novopskov, Lugansk, a causa della presenza di «occupanti russi».

 

Gazprom ha affermato di non aver ricevuto alcuna conferma di forza maggiore o ostacoli al proseguimento del transito di gas. Il portavoce della compagnia Sergey Kupriyanov ha affermato che gli specialisti ucraini hanno sempre avuto pieno accesso a entrambe le strutture e non vi erano state precedenti lamentele al riguardo.

 

Kupriyanov ha anche affermato che Gazprom è stata informata dalla compagnia del gas ucraina Naftogaz che se la Russia continua a fornire gas attraverso Sokhranovka, Kiev ridurrà il volume al punto di uscita della stessa quantità, confiscando di fatto il gas.

 

Sia le autorità tedesche che quelle italiane, principali consumatori di gas russo, hanno affermato che le forniture non sono in pericolo. Sebbene tali dichiarazioni possano mirare a evitare il panico, lo scoppio della stagione calda sta attualmente riducendo la domanda di gas naturale, tuttavia, una riduzione dell’offerta complessiva metterebbe a repentaglio il piano dell’UE di riempire le riserve per poter «ridurre la dipendenza» da un terzo il prossimo inverno.

 

Esperti tedeschi hanno già contestato un tale piano, giudicandolo impossibile da attuare nei tempi previsti, prima dell’ultima decisione ucraina.

 

Il caso del gas russo che sparisce transitando per le tubature ucraine non è nuovo: lo stesso Romano Prodi ha ammesso alla trasmissione Report che quando era Presidente della Commissione Europea si è recato più volte a Kiev per contestare al governo ucraino gli ammanchi, che di fatto danneggiano i Paesi europei – gli stessi che ripetono autisticamente la propaganda di Kiev trafficandovi poi vagonate di armi.

 

 

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