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Kentucky, vogliono violare l’obiezione di coscienza degli studenti cattolici

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Quasi trenta studenti delle scuole cattoliche, insieme  ai loro genitori, hanno perso forza nel loro appello iniziale per contestare le scelte del dipartimento sanitario del Kentucky nel controllare una presunta epidemia di varicella, che sostengono violare le loro convinzioni religiose.

Lo riporta ABC News.

 

Un gruppo di tre giudici della Corte d’Appello del Kentucky si è schierato con un giudice del tribunale che ha deliberato in aprile che il Dipartimento della salute del Kentucky settentrionale avrebbe agito sotto la sua autorità.

L’ agenzia sanitaria ha annullato le attività extrascolastiche e in seguito ha imposto un divieto temporaneo di frequenza scolastica per gli studenti non vaccinati mentre si diffondeva il focolaio di varicella.

Gli studenti hanno citato l’obiezione religiosa in rifiuto al vaccino contro la varicella, sapendo che tale vaccino è prodotto con linee cellulari di feti abortiti che implicano gravissimi problemi morali e, quindi, di coscienza.

 

«Lo Stato ha un impellente interesse nel prendere misure limitate e temporanee per controllare un focolaio di una malattia prevenibile da un vaccino» ha affermato lo scorso venerdì la giuria del tribunale d’appello.

 

La sentenza si applicava al rifiuto del giudice del processo di imporre un’ingiunzione temporanea a nome degli studenti della scuola cattolica che frequentano l’Accademia Nostra Signora del Sacro Cuore e dell’Assunzione che, insieme ai loro genitori, sfidavano le azioni del dipartimento sanitario regionale.

L’avvocato Christopher Wiest, che rappresenta gli studenti e i genitori, ha detto che si rivolgerà alla Corte Suprema del Kentucky. 

 

La sentenza della corte d’appello è stata «straordinariamente deferente al tribunale» – ha dichiarato l’avvocato, aggiungendo che il dipartimento della salute «ha preso di mira i nostri clienti per le loro convinzioni religiose».

«Lo Stato ha un impellente interesse nel prendere misure limitate e temporanee per controllare un focolaio di una malattia prevenibile da un vaccino» ha affermato lo scorso venerdì la giuria del tribunale d’appello

 

L’avvocato del dipartimento della salute, Jeff Mando, ha affermato che la sentenza «ha sottolineato l’autorità dei dipartimenti sanitari locali di adottare misure ragionevoli per prevenire la diffusione di malattie infettive e proteggere la salute pubblica».

Gli studenti hanno giustamente citato l’obiezione religiosa in rifiuto al vaccino contro la varicella, sapendo che tale vaccino è prodotto con linee cellulari di feti abortiti che implicano gravissimi problemi morali e, quindi, di coscienza. 

 

Più dell’80% degli studenti delle due scuole non è vaccinato contro la varicella. I loro genitori hanno firmato documenti che esercitano il loro diritto ad un’esenzione religiosa dalla vaccinazione.

 

Vedremo se queste scuole cattoliche avranno il coraggio di difendere gli studenti e le loro famiglie che vedono giustamente violato da un vaccino il proprio credo religioso, la propria morale e la propria coscienza, sentendosi obbligati a cooperare un grave male – l’aborto

Quando un focolaio di varicella si è verificato all’inizio di quest’anno nelle scuole, il dipartimento della salute ha inizialmente ordinato che le attività extrascolastiche fossero temporaneamente cancellate. A marzo, con altri casi della suddetta malattia, l’agenzia sanitaria ha imposto il divieto temporaneo di frequenza scolastica per gli studenti non vaccinati fino a 21 giorni dopo l’insorgenza di un’eruzione per l’ultimo studente malato o membro dello staff.

 

La corte d’appello ha dichiarato che non vi erano prove che il dipartimento della sanità abbia richiesto ai genitori se avessero o meno vaccinato i propri figli.

 

La battaglia legale è iniziata quando uno studente non risultava autorizzato – pensate un po’ – a giocare a basket perché non era vaccinato per la varicella. Gli altri studenti e i loro genitori si sono uniti alla causa.

 

Vedremo, ora, se queste scuole cattoliche avranno il coraggio di difendere gli studenti e le loro famiglie che vedono giustamente violato da un vaccino il proprio credo religioso, la propria morale e la propria coscienza, sentendosi obbligati a cooperare un grave male – l’aborto – con il quale un cattolico non può nemmeno remotamente o indirettamente avere a che fare.

 

 

 

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