Alimentazione
Kennedy potrebbe riformulare la piramide alimentare: alla base proteine e cibi integrali
Robert F. Kennedy Jr., segretario del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (HHS) dell’amministrazione Donald Trump, diffonderà a dicembre nuove direttive nutrizionali per rivoluzionare la catena alimentare statunitense, eliminando oli di semi nocivi e cibi ultra-processati e privilegiando alimenti genuini, simili a quelli consumati dai nostri avi decine di anni or sono. Lo riporta Bloomberg
In preparazione al lancio del prossimo mese l’esecutivo trumpiano potrebbe riproporre una piramide alimentare innovata, con enfasi su proteine e prodotti integrali. Mi dispiace, Bill Gates, ma alimenti sintetici e insetti non figurano nel piatto.
La piramide alimentare era stata accantonata nel 2011 in favore di MyPlate, guida nutrizionale pubblicata dal Centro per le politiche e la promozione della nutrizione del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, Tuttavia Kennedy potrebbe resuscitarla in versione riformulata.
Il principale responsabile sanitario USA ha da tempo contestato le vecchie raccomandazioni dietetiche, lamentando la demonizzazione ingiusta dei grassi saturi.
Esponenti del settore sanitario e agricolo precisano che le imminenti linee guida per il quinquennio 2025-2030 poggeranno su evidenze scientifiche più solide, mireranno a contrastare le patologie croniche e rafforzeranno lo slogan dell’amministrazione «Make America Healthy Again», da spingere ulteriormente in vista delle elezioni midterm.
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L’unico vero baluardo al consumo di cibo autentico – non derivante da colossi agroindustriali intrisi di chimica – rimane il prezzo. Per questo, questa settimana l’amministrazione Trump ha inaugurato l’Operazione Affordability, un piano per tagliare dazi e potenziare patti commerciali, al fine di accrescere le importazioni di derrate essenziali e frenare i costi alimentari nel 2026.
L’esecutivo statunitense dovrebbe altresì accentuare il recupero delle catene di approvvigionamento locali, sostenendo piccole imprese agricole e allevamenti familiari.
La piramide alimentare, introdotta negli anni ’90 dal USDA, pone i carboidrati alla base come alimento principale, seguiti da frutta/verdura, proteine e grassi al vertice. Promuove un alto consumo di cereali raffinati, considerati essenziali per l’energia quotidiana e la prevenzione di malattie.
Tuttavia, questa struttura ignora l’impatto glicemico dei carboidrati, favorendo picchi insulinici che contribuiscono a obesità, sindrome metaboliche e diabete di tipo 2, malattie in ascesa in tutto il pianeta, incluso il Terzo Mondo.
Studi epidemiologici, come quelli su popolazioni che consumano tradizionalmente quantità limitate di carboidrati, mostrano benefici maggiori con diete ricche di grassi sani e proteine, invertendo la piramide.
Esiste, alla luce del sole, un conflitto d’interessi dei raccomandatari della vecchia piramide con l’industria cerealicola (che in America chiamano Big Ag), non supportata da evidenze scientifiche robuste e aggiornate.
Anche nel settore alimentare, come in quello farmaceutico vi sarebbe quindi un fenomeno di regulatory capture («cattura del regolatore») che ha corrotto la scienza per il profitto delle multinazionali, con la conseguenza di disastri epidemici nella popolazione.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr