Necrocultura

Kamala Harris, complotto contro la Vita

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Joe Biden, l’improbabile candidato del Partito Democratico USA alle presidenziali di quest’anno, ha scelto come candidato vicepresidente Kamala Harris.

 

La cosa era pesantemente annunciata, più che dalle indiscrezioni, dalla logica mononeuronale in cui è caduto il progressismo americano e mondiale: essendo Biden maschio e bianco (e con pure una propensione a dare certi pizzicotti alle bambine) ci voleva un candidato vice che fosse donna e fosse nera.

 

Kamala Harris, anche se esattamente come Obama rappresenta un mondo nero che non può dire di provenire dai ghetti o dagli stati del Sud (è indo-giamaicana), era la persona ideale: ora tutti la osannano, anche sui nostri giornali: una donna tutta di un pezzo, un procuratore di ferro, etc.

 

Ora tutti la osannano, anche i giornali italiani, perfino i giornali cinesi…

Guarda guarda, anche i media cinesi sono andati in solluchero per la Harris, mentre tutto il mondo si è dimenticato di quanto poveri furono i risultati alle primarie democratiche l’anno scorso, quando fu asfaltata persino dalla giovanissima candidata Tulsi Gabbard.

 

È importante sottolineare la voce che si sta diffondendo ora in rete, perché i media bisbigliano avendo paura di porsi la domanda a voce alta: con l’elezione del ticket Biden-Harris, è molto probabile che Washington  finirà in mano alla Harris.

 

Con l’elezione del ticket Biden-Harris il potere, per abdicazione o per governo ombra, potrebbe insomma finire interamente nelle mani di Kamala.

Biden infatti è da molti considerato vittima di un declino mentale continuo, tanto che molti goscisti americani temono il dibattito con Trump e consigliano Biden di sottrarsi il più possibile al confronto diretto.

 

Il potere, per abdicazione o per governo ombra, potrebbe insomma finire interamente nelle mani di Kamala.

 

È il caso quindi di ricordare chi è il candidato Harris, anche perché la cosa riguarda molto da vicino i temi di Renovatio 21.

 

La senatrice Harris è generosamente sostenuta dal più grande fornitore di aborti in America, la multinazionale del feticidio Planned Parenthood

1. La senatrice Harris è generosamente sostenuta dal più grande fornitore di aborti in America, la multinazionale del feticidio Planned Parenthood, fondata su basi eugenetiche da Margaret Sanger (già collaboratrice del KKK) e finanziata dai Rockefeller. L’organizzazione ha costantemente e generosamente contribuito alle sue campagne. Una generosità che li ha premiati molte volte.

 

2. Durante il periodo in cui la senatrice Harris era il procuratore generale della California, le e-mail ottenute dai giornalisti hanno mostrato che il suo ufficio ha collaborato con Planned Parenthood – chiaramente un conflitto di interessi – per produrre una legislazione che mirasse al giornalista prolife David Daleiden. Daleiden e il suo gruppo, il Center for Medical Progress, hanno contribuito a denunciare il traffico di parti del corpo dei bambini da parte degli operatori di aborto come Planned Parenthood. Invece di perseguire i trafficanti, Kamala Harris ha incredibilmente perseguito Daleiden.

 

La senatrice Harris ritiene che le persone a favore della vita non dovrebbero avere una voce nella pubblica piazza

3. La senatrice Harris ritiene che le persone a favore della vita non dovrebbero avere una voce nella pubblica piazza. Nel novembre 2018, Harris ha criticato in modo mirato Brian Buescher, candidato alla corte distrettuale federale cattolica del Nebraska, riguardo alla sua affiliazione con i Cavalieri di Colombo, semplicemente perché  si tratta di organizzazione cattolica.

 

4. La senatrice Harris sostiene l’uso del potere del governo federale per ribaltare centinaia di leggi negli Stati che proteggono i nascituri e le donne. Queste leggi includono il finanziamento da parte dei contribuenti statali dell’aborto, visite ad ultrasuoni prima di un aborto, coinvolgimento dei genitori negli aborti per minori e una maggiore supervisione degli aborti e delle strutture per l’aborto.

Ha votato a favore degli aborti a termine – cioè la possibilità di uccidere il bambino quando sta per nascere

 

5. Le politiche del senatore Harris non sono in contatto nemmeno con la maggior parte degli americani pro-choice. Sostiene politiche radicali anche nel 2019 e nel 2020, quando ha votato per rifiutare le protezioni per i bambini nati vivi dopo un aborto. Ha votato a favore degli aborti a termine – cioè la possibilità di uccidere il bambino quando sta per nascere. È favorevole all’eliminazione del popolare emendamento bipartisan Hyde, che protegge i contribuenti dal pagare per gli aborti e si stima che abbia salvato 2,13 milioni di vite da quando è stato emanato.

 

In pratica Kamala Harris è il candidato della Cultura della Morte, che chiede ora di guidare la nazione economicamente e militarmente più potente del mondo.

In pratica Kamala Harris è il candidato della Cultura della Morte, che chiede ora di guidare la nazione economicamente e militarmente più potente del mondo.

 

Una vicepresidenza che diverrebbe una presidenza, e il bingo della Necrocultura. Un complotto contro la Vita  per rendere il mondo ancora più simile all’inferno.

 

 

 

 

 

 

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