Geopolitica

Israele distrugge il Parlamento di Gaza

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Fornendo un’immagine estremamente simbolica del conflitto in corso, ieri le truppe israeliane hanno distrutto l’edificio del parlamento palestinese a Gaza, descrivendo l’atto come parte della guerra contro Hamas.

 

Il portavoce in lingua araba del primo ministro Benjamin Netanyahu, Ofir Gendelman, ha pubblicato un video della demolizione su Twitter. Mostrava l’edificio gravemente danneggiato che esplodeva in una colonna di fumo e polvere, mentre le truppe delle forze di difesa israeliane (IDF) nelle trincee vicine ridevano e applaudivano.

 

«Oggi, le nostre forze di terra hanno fatto saltare in aria la sede del Consiglio legislativo di Hamas nella Striscia di Gaza come parte della distruzione del regime di oppressione e terrorismo di Hamas», ha scritto Gendelman.

 

 

L’edificio del Consiglio Legislativo Palestinese (chiamato anche con l’acronimo inglese PLC) era situato in via Omar al-Mukhtar, nel centro di Gaza City.

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Lunedì, secondo il notiziario israeliano i24NEWS, i soldati della Brigata Golani dell’IDF hanno posato all’interno con le bandiere israeliane, «dopo aver conquistato l’area».

 

 

Il Parlamento palestinese è rimasto in gran parte inattivo dal 2007, quando Hamas ha preso il potere a Gaza e si è separata dal movimento Fatah in Cisgiordania.

 

Con l’ascesa del movimento islamista, i membri del PLC di Hamas con sede a Gaza si sono incontrati separatamente a Gaza staccandosi dal PLC della Cisgiordania, lasciando ciascuna parte del PLC senza un quorum. Da allora il PLC non si è più riunito in attesa di una riconciliazione tra Fatah e Hamas mai arrivata.

 

Sono state emanate leggi tramite decreti presidenziali, la cui legalità è stata messa in dubbio, soprattutto da Hamas, che ha rifiutato di riconoscere tali leggi e decisioni.

 

In seguito alla presa di Gaza da parte di Hamas, il presidente Abbas ha dichiarato lo stato di emergenza e, con decreto presidenziale, tra le altre cose, ha sospeso gli articoli della Legge fondamentale modificata che richiedevano l’approvazione del PLC da parte del nuovo governo.

 

Nel 2006 l’Unione europea ha fornito osservatori elettorali per «valutare l’intero processo elettorale, compreso il quadro giuridico, il contesto politico e la campagna, i preparativi elettorali, le votazioni e lo spoglio, nonché il periodo post-elettorale». Gli Stati Uniti avevano speso 2,3 milioni di dollari in USAID per sostenere le elezioni palestinesi, presumibilmente progettate per rafforzare l’immagine del presidente Abbas e del suo partito Fatah.

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