Terrorismo
Israele dice di voler fermare il terrorismo ebraico
Israele sta affrontando una crescente ondata di terrorismo interno, hanno avvertito i capi di diversi servizi di sicurezza del paese. La valutazione ha fatto seguito a una recente serie di attacchi violenti da parte di coloni ebrei contro palestinesi nella Cisgiordania occupata.
In una dichiarazione congiunta di sabato, i capi dell’esercito, della polizia e dei servizi di sicurezza interna hanno bollato le azioni dei coloni niente meno che «terrorismo nazionalista» e hanno promesso di reprimerlo, annunciando l’intenzione di aumentare la presenza militare negli insediamenti colpiti, mentre il servizio di sicurezza interna dello Shin Bet è pronto a inseguire i fautori del caos, sottoponendoli a «detenzione amministrativa», avverte la dichiarazione.
Tale misura, tipicamente riservata ai palestinesi, prevede la custodia dei sospetti senza accuse a tempo indeterminato.
Happening now at Turmus Ayya: settlers continue their attacks pic.twitter.com/xAS687mIAJ
— B'Tselem בצלם بتسيلم (@btselem) June 21, 2023
In diverse occasioni durante la scorsa settimana, i coloni ebrei hanno prodotto disordini in diverse città e villaggi palestinesi.
Uno di questi attacchi sabato ha visto gli assalitori incendiare almeno due case nel villaggio palestinese di Umm Safa, nella Cisgiordania centrale, secondo i residenti locali. Secondo quanto riferito, anche nella città di Turmus Ayya sono state bruciate dozzine di abitazioni e automobili.
Horrible scenes from Israeli settlers' pogrom in Turmus Ayya town in Ramallah. pic.twitter.com/RhHAEYMDXn
— Kuffiya (@Kuffiyateam) June 21, 2023
Secondo i resoconti dei media, almeno alcuni dei coloni erano armati, con le loro azioni e il conseguente coinvolgimento dell’esercito israeliano che ha provocato il ferimento di almeno dieci palestinesi.
Yesterday in Turmusayya: Dozens of settlers raid the village, throwing stones at Palestinians and breaking into houses, while the military forces don't even try to arrest any of them. pic.twitter.com/HG6locRYxV
— Yesh Din English (@Yesh_Din) June 22, 2023
Commentando le scene di violenza, gli Stati Uniti, che sono stati per decenni un fedele alleato di Israele, hanno espresso preoccupazione, con il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan che ha parlato al telefono con la sua controparte israeliana.
400 Zionist settlers rioted in the Palestinian town of Turmus Ayya, destroying the homes and vehicles of many US citizens who live there.
The State Dept responds to the pogrom not with sanctions or even an FBI investigation, but with empty weasel words. https://t.co/Kn0fkSrLU3 pic.twitter.com/U6lORLqJh2
— Max Blumenthal (@MaxBlumenthal) June 22, 2023
La dura dichiarazione rilasciata dai funzionari della sicurezza israeliana ha, tuttavia, attirato le critiche della coalizione di governo di destra del primo ministro Benjamin Netanyahu.
Il ministro delle finanze Bezalel Smotrich ha affermato che il «tentativo di equiparare il terrorismo arabo omicida con contromisure civili… è immorale e pericoloso».
Lo Smotrich, noto per aver dichiarato che non esiste alcun popolo palestinese, ha quindi esortato i servizi di sicurezza a inseguire i palestinesi con più vigore.
Il ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir, un altro considerato falco del sionismo religioso che sei mesi fa aveva vietato le bandiere palestinesi, era arrivato al punto di invitare i coloni a espandere ulteriormente la loro presenza in Cisgiordania.
Come riportato da Renovatio 21, le rivolte dei coloni si stanno ripetendo da mesi, così come i ciclici bombardamenti di Gaza e le violenze della polizia israeliana anche in luoghi sacri come la moschea di al-Aqsa.
Nella situazione caotica, perfino le scuole cristiane di Nazareth subiscono spari e attacchi.
Tre mesi fa estremisti ebraici hanno attaccato la Tomba di Maria a Gerusalemme.