Guerra cibernetica
Inno ucraino trovato nel codice del database degli elettori degli Stati Uniti
L’inno ucraino è stato trovato incorporato nel codice sorgente del database degli elettori dello Stato del New Hampshire, il cui sviluppo era stato apparentemente esternalizzato a programmatori offshore. Lo riporta la testata americana Politico.
I funzionari elettorali avevano precedentemente deciso di sostituire il database di registrazione degli elettori dello Stato prima delle imminenti elezioni presidenziali del 2024 e, a quanto si dice, si erano rivolti a una piccola azienda informatica con sede nel Connecticut chiamata WSD Digital per sviluppare il software.
Tuttavia, dopo aver esaminato il progetto completato, è emerso che l’azienda aveva delocalizzato parte del lavoro. Dato che ciò comportava il rischio che programmatori sconosciuti al di fuori degli Stati Uniti avessero accesso al software e potessero potenzialmente manipolare le liste degli elettori, i funzionari del New Hampshire hanno assunto un’azienda forense per esaminare il codice alla ricerca di segni di malware nascosto.
L’inchiesta avrebbe rivelato una serie di «sorprese indesiderate», scrive Politico, citando una persona a conoscenza dell’indagine. Tra queste, l’uso di codice open source, software che era stato configurato in modo errato per connettersi a server al di fuori del Paese e il testo dell’inno nazionale ucraino.
«Un programmatore aveva inserito nel database l’inno nazionale ucraino, in un apparente gesto di solidarietà con Kiev», riporta Politico.
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Tuttavia, i funzionari statali hanno dichiarato che nessuna di queste conclusioni costituisce prova di illecito e che tutti i problemi erano stati risolti dalla società responsabile dello sviluppo del database prima che questo entrasse in uso.
«Si è trattato di un disastro evitato», ha affermato la fonte di Politico, sottolineando che gli hacker avrebbero potuto sfruttare le vulnerabilità per modificare le liste elettorali dello Stato o usarle per alimentare cospirazioni elettorali.
Sebbene la potenziale catastrofe nel New Hampshire sia stata apparentemente scongiurata, Politico ha affermato che la sua indagine sulla questione, durata sei mesi, suggerisce che problemi simili potrebbero presentarsi in altri stati a causa della mancanza di controllo sullo sviluppo del software di elaborazione del voto.
«I fornitori di tecnologia che sviluppano software utilizzati il giorno delle elezioni affrontano margini di profitto ridottissimi», ha scritto l’emittente, notando che questo lascia poco spazio per investimenti cruciali nella sicurezza e si traduce nella mancanza in molti stati di un sistema rigoroso per verificare cosa viene effettivamente inserito nel software elettorale.
Nel frattempo, il mese scorso l’FBI ha riferito di essere «sicuro» che l’Iran abbia cercato di interferire nelle prossime elezioni di novembre e che avrebbe cercato di ottenere l’accesso alle campagne presidenziali di entrambi i partiti politici.
Teheran, tuttavia, ha negato le accuse, definendole «infondate e prive di qualsiasi fondamento» e insistendo sul fatto che non ha alcuna intenzione di intromettersi nelle elezioni statunitensi.
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