Sanità

Iniettate 6 dosi di vaccino ad una giovane tirocinante

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Accade all’Ospedale NOA di Massa, nel maggio 2021, quando ad una giovane tirocinante massese di psicologia clinica, che aveva ottenuto l’appuntamento per la prima dose di vaccino proprio in quanto personale sanitario, viene annunciato qualcosa di sconvolgente: 

 

«Abbiamo sbagliato, ci dispiace. Le abbiamo iniettato tutta la fiala di vaccino, pari a sei dosi».

«Abbiamo sbagliato, ci dispiace. Le abbiamo iniettato tutta la fiala di vaccino, pari a sei dosi».

 

Una notizia che sembra fantascienza, da non credere, ma che ha fatto sbiancare sia il sanitario che ha somministrato il siero, sia chi questo siero massiccio lo ha purtroppo ricevuto. 

 

Ad oggi non sembra essere mai avvenuta un’inoculazione di sei dosi di vaccino. Un caso analogo si era verificato nei mesi scorsi in Germania, ma in quel caso erano state cinque — e non sei —  le dosi iniettate.

 

Ad oggi non sembra essere mai avvenuta un’inoculazione di sei dosi di vaccino. Un caso analogo si era verificato nei mesi scorsi in Germania, ma in quel caso erano state cinque — e non sei —  le dosi iniettate.

Persino la sperimentazione Pfizer, relativa al sovradosaggio, si fermerebbe a quota quattro. 

 

Non esistendo una vera e propria casistica da analizzare, la ragazza è tenuta sotto stretta osservazione in ospedale, nell’attesa che arrivi qualche risposta anche da AIFA, alla quale è stato tempestivamente segnalato il caso. 

 

Il dramma è che, oltre ad eventuali reazioni avverse a breve termine — che potrebbero di fatto pure non esserci — non si possono conoscere quelle che saranno le eventuali reazioni avverse nel medio-lungo termine dopo una dose così massiccia di vaccino.

 

Persino la sperimentazione Pfizer, relativa al sovradosaggio, si fermerebbe a quota quattro. 

Come si suol dire, «siamo in buone mani» — specie se sono quelle della Sanità italiana. 

 

 

Cristiano Lugli 

 

 

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