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Ingegnere biellese muore dopo il vaccino

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Il giorno dopo la morte dell’ingegnere biellese Alberto Grazioli, 71 anni, tutti accorrono già ad escludere qualsiasi correlazione con il vaccino Pfizer, che era stato somministrato all’uomo solo poche ore prima del decesso.

 

L’uomo era residente a Mottalciata, provincia di Biella, ma di origini novaresi.

 

Era stato vaccinato giovedì 6 maggio con il farmaco prodotto da Pfizer/BioNTech,  e nelle ore successive all’inoculazione si è sentito male, fino ad arrivare alla morte sopravvenuta il giorno dopo, venerdì 7 maggio

Era stato vaccinato giovedì 6 maggio con il farmaco prodotto da Pfizer/BioNTech,  e nelle ore successive all’inoculazione si è sentito male, fino ad arrivare alla morte sopravvenuta il giorno dopo, venerdì 7 maggio. 

 

«Alle 4:00 di notte — aveva fatto presente la moglie dell’ingegnere ai medici del 118 — si era alzato per andare in bagno. Aveva dei dolori al petto e diceva di aver caldo».

 

Poco dopo l’uomo è svenuto ed è caduto a terra. Il soccorso dei medici e i tentativi di rianimarlo si sono rivelati purtroppo inutili.

 

Disposta l’autopsia, oggi trapela la notizia che il Pfizer non c’entrerebbe nulla poiché non sarebbero emersi elementi evidenti tali da collegare il decesso dell’uomo alla somministrazione del farmaco. 

 

Dire che uno è morto per arresto cardiaco, d’altronde, è come dire che l’acqua è bagnata. Andare a ricercare le cause di questo arresto cardiaco vorrebbe dire invece avere a cuore la verità

Secondo gli accertamenti autoptici, quindi, l’uomo sarebbe morto di infarto per cause indipendenti dalla somministrazione.

 

Risulta incredibile decretare che, siccome trattasi di arresto cardiaco, l’inoculazione del farmaco non possa avere alcun tipo di collegamento con il decesso. Secondo alcuni studi pubblicati da esperti, infatti, i cosiddetti «attacchi di cuore» e gli ictus rientrano fra le reazioni avverse gravi, per quanto rare. 

 

Dire che uno è morto per arresto cardiaco, d’altronde, è come dire che l’acqua è bagnata. Andare a ricercare le cause di questo arresto cardiaco vorrebbe dire invece avere a cuore la verità. 

 

Ma, si sa, la ricerca della verità è oggi volontariamente calpestata per lasciare posto al Regno della Menzogna e del Terrore. 

 

 

Cristiano Lugli 

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