Epidemie

Influenza, in Canada i bambini ospedalizzati sono 10 volte il numero normale

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Qualcuno pare stia finalmente cominciando a fornire qualche dato sulla situazione dell’attuale ondata di influenza nei bambini. Pochi ricordano un’epidemia influenzale così violenta, longeva e recidiva – eppure, abbiamo visto silenzio tombale da istituzioni ed «esperti» (i «virologi») dediti a cercar di spremere ancora per quanto possibile la vacca COVID.

 

Dal Canada arriva finalmente qualche dato e qualche osservazione che può dare idea della magnitudine del problema.

 

«Medici e genitori in Canada stanno osservando con preoccupazione l’aumento dei ricoveri pediatrici per l’influenza stagionale: al momento, sono più di dieci volte il tasso normale per questo periodo dell’anno. Alla fine di novembre, i ricoveri settimanali erano superiori del 50% rispetto al picco record delle ultime sette stagioni influenzali» scrive Nature.

 

«Il gruppo di età più giovane viene colpito in modo insolitamente duro per questo periodo dell’anno», ha dichiarato a Nature Alyson Kelvin, virologo dell’Organizzazione per i vaccini e le malattie infettive dell’Università del Saskatchewan a Saskatoon, in Canada. Insolitamente, i ricoveri per influenza sono attualmente più alti per i bambini di età compresa tra 0 e 4 anni che per le persone di età superiore ai 65 anni.

 

«È preoccupante vedere così tanti ricoveri», afferma Kelvin. «Ci sono [ancora meno] di cinque decessi pediatrici segnalati [in Canada], che penso sia standard per un’intera stagione, ma a questo punto stiamo solo entrando nella stagione».

 

La prestigiosa rivista scientifica poi specifica che anche in USA i numeri sono «insolitamente alti», tuttavia non vi sarebbe l’incremento devastante di ricoveri pediatrici o decessi.

 

Si passa dunque al punto più importante: perché sta accadendo tutto questo?

 

«Ci sono diverse possibili ragioni per il picco dei numeri di influenza. Alcuni casi potrebbero essere dovuti a un “deficit immunitario” nella popolazione derivante dalla mancanza di esposizione all’influenza stagionale durante la pandemia di COVID-19, afferma Robert Ware, epidemiologo clinico presso la Griffith University nel Queensland, in Australia». Incredibilmente, Nature, sia pur parafrasando, sta quasi scrivendo ciò che oramai dice non più sottovoce ogni genitore che si ritrova il bambino malato per la terza volta in poche settimane: il lockdown durato due inverni ha indebolito il sistema immunitario dei bambini sino a comprometterlo.

 

Viene poi citata l’idea per cui «il sottotipo dominante quest’anno, l’influenza A sottotipo H3N2, è noto per causare malattie più gravi rispetto ad altri ceppi comuni. È anche possibile (…) che precedenti o concomitanti infezioni da COVID-19 stiano provocando sintomi di malattia più gravi da altri virus respiratori, inclusa l’influenza».

 

Apprendiamo così che «la stragrande maggioranza dei campioni di influenza raccolti erano A(H3N2), un sottotipo emerso per la prima volta nel 1968 e da allora diventato endemico. I vaccini sono notoriamente meno efficaci contro l’A(H3N2) rispetto ad altri sottotipi, in parte perché mentre gli scienziati stanno propagando il virus per fare un vaccino, questo sottotipo di virus muta più frequentemente in modi che rendono le sue proteine ​​di superficie diverse da quelle contro cui il vaccino mira a proteggere».

 

E quindi, tutti i discorsi, letti e riletti sui giornali, visti e rivisti in TV, con fior fior di medici e politici che invitano a fare il vaccino antinfluenzale…?

 

Volete dirti che non solo ovviamente il vaccino non è tarato su questo ceppo, ma che in generale il sottotipo di questa influenza non ha vaccini che possano contenerlo?

 

A cosa serve, dunque, la campagna antinfluenzale? A cosa servono i milioni del contribuente per mandarla avanti e reclamizzarla?

 

Di più: «l’A(H3N2) è anche più grave di altri ceppi comuni: ha causato più del doppio dei ricoveri nelle ultime sei stagioni influenzali rispetto a un altro sottotipo comune, l’A(H1N1), che ha causato la pandemia di “influenza suina” del 2009». Avete letto bene: questo virus, che nessuno si fila nemmeno di striscio, ha mietuto più vittime del babau globale H1N1?

 

Il lettore si rende conto, una volta per tutte, dell’aleatorietà dei dati e dell’arbitrarietà assoluta delle politiche sanitarie e vaccinali, non solo COVID?

 

Vogliamo realizzare che non sanno più oramai nemmeno fingere di avere il controllo?

 

 

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