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Infermiere di Napoli rivive il C-19 dopo la seconda dose del vaccino: è stato «un remake della malattia»

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La storia di Domenico Buonanno, infermiere dell’Asl di Napoli 1, è qualcosa di davvero incredibile. Il giovane sanitario, anche promotore di iniziative sociali in favore dei più piccoli con la Onlus Salvabimbi, nel mese di novembre ha contratto il COVID-19

 

«Ho fatto parte della Task Force Camper Domiciliari per i tamponi — ha dichiarato l’infermiere a Napoli Today qualche giorno fa — ho incontrato decine, forse centinaia di positivi e ho sempre adottato tutte le precauzioni. Non saprei individuare il momento di contatto, ma nel mese di novembre sono risultato positivo al COVID. Sono stato al limite del ricovero in ospedale, avevo livelli di saturazione ai limiti della terapia intensiva, ma per fortuna ero seguito da uno pneumologo, che mi ha guidato passo passo iniziando precocemente la terapia».

Nonostante la recente positività, all’infermiere è stato proposto dalla ASL il vaccino anti-COVID

 

Nonostante la recente positività, all’infermiere è stato proposto dalla ASL il vaccino anti-COVID. Dopo la prima dose il sanitario non ha presentato alcun effetto collaterale, ma lo stesso non è avvenuto dopo la seconda: da lì sono iniziati i problemi e la situazione si è velocemente complicata, come ha raccontato lui stesso:

 

«La sera della seconda dose ho iniziato a sentirmi male. La notte è stata un incubo. Febbre alta, dolori atroci per il corpo, il braccio sede dell’inoculazione gonfio e dolorante, allucinazioni, mal di testa, irrequietezza, fotofobia, formicolii, nausea, stanchezza e insonnia. Ho rivissuto esattamente quanto già provato il 15 novembre. Un remake della malattia». 

 

«La sera della seconda dose ho iniziato a sentirmi male. La notte è stata un incubo. Febbre alta, dolori atroci per il corpo, il braccio sede dell’inoculazione gonfio e dolorante, allucinazioni, mal di testa, irrequietezza, fotofobia, formicolii, nausea, stanchezza e insonnia»

«Ancora oggi non sto al meglio, anche se in ripresa, il braccio mi fa ancora tanto male e avverto tanta stanchezza e dolori. Probabilmente non dovevo fare la seconda dose visto che ho avuto il COVID e forse chissà anche la prima. Mi sono affidato alla scienza e ho dato il mio consenso. Consapevole che in questo momento è tutto nuovo e le indicazioni possono cambiare a momenti. Per cui quello che oggi è giusto potrebbe non esserlo più. Alcune ASL infatti proprio in questi giorni stanno valutando l’opportunità di vaccinare pregressi pazienti COVID».

 

Nonostante la speranza affinché «la ricerca al più presto possa dare ulteriori indicazioni per evitare di far vivere ad altri» quanto ha vissuto lui, l’infermiere ribadisce che «vaccinarsi non è solo un dovere morale ma un vero gesto d’amore per i propri figli e per i più deboli che scaccia via ogni rimorso e dubbio».

 

Ci chiediamo, a questo punto, cosa occorra alle persone per capire che il vaccino COVID, oltre a non fornire alcuna reale e comprovata garanzia sull’efficacia, non può offrire alcuna certezza sulla sicurezza

Ho rivissuto esattamente quanto già provato il 15 novembre. Un remake della malattia»

 

 

Cristiano Lugli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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