Sanità

Infermiera tedesca accusata di aver eseguito 40 mila vaccinazioni false

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La Germania è sconvolta.

 

Un’infermiera di 40 anni della  Frisia, un land settentrionale, potrebbe aver somministrato a migliaia di persone un’iniezione di soluzione salina piuttosto che un vaccino contro il COVID-19.

 

Le autorità hanno annunciato che potrebbe essere quindi necessario rivaccinare circa 8.600 persone.

 

Le iniezioni sospette sarebbero state somministrate a marzo e aprile da una donna che aveva espresso opinioni anti-vaccinazione sui social media. Al momento non si sa molto di più: potrebbe trattarsi, in effetti, di pura isteria anti «no-vax» da parte dei media e soprattutto delle autorità: del resto è di ieri il fatto clamoroso dell’uso dell’espressione «no-vax» nelle comunicazioni ufficiali del Ministero dell’Istruzione italiano.

 

La CNN ha riferito che l’infermiera tedesca aveva accesso ai vaccini perché era «responsabile della preparazione dei vaccini e della preparazione delle siringhe durante il suo orario di lavoro nel centro di vaccinazione».

 

L’avvocato dell’infermiera ha parlato con i media; la sua assistita ammesso di aver fatto iniezioni saline almeno sei volte. Ha detto di essere andata nel panico dopo aver rotto una fiala di vaccino e lo ha fatto solo per mantenere il suo lavoro. Tuttavia, le autorità temono che sarebbe potuto accadere molte altre volte. La polizei sta indagando.

 

Un portavoce del ministero della salute della Bassa Sassonia ha affermato che sembra che non si siano verificate gravi infezioni da COVID-19 a seguito delle iniezioni di soluzione salina.

Come spesso accade, la Germania arriva dopo l’Italia, scopiazzando e scimmiottando.

 

Come spesso accade, la Germania arriva dopo l’Italia, scopiazzando e scimmiottando.

 

All’altezza dell’entrata in vigore della legge Lorenzina, nel trevigiano si ebbe il caso di un’assistente sanitaria «accusata di aver “vaccinato per finta” migliaia di bambini».

 

Il processo alla bellissima infermiera è ancora in corso, e gli avvocati negano.

 

Sempre a Treviso una seconda infermiera è stata indagata quest’anno per una presunta «falsa vaccinazione». Secondo quanto riportato dai giornali, ad accorgersene starebbe stato un carabiniere, allarmato dalla puntura che (a quanto dice) non gli aveva iniettato il prezioso siero antipandemico.

 

Sul caso indagano i Nuclei antisofisticazioni (NAS), che fanno parte proprio dell’arma dei carabinieri.

 

 

 

 

 

 

Immagine d’archivio

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